Inventato da OpenAI, Dactyl rappresenta un importante passo in avanti verso lo sviluppo di macchine ancora più agili
Chi non ha mai tenuto un cubo di Rubik fra le proprie mani? Questo divertente puzzle tridimensionale a forma di cubo è stato creato da Erno Rubik (un ungherese) nel 1974, ed è considerato il gioco più popolare del mondo. In tanti hanno cercato di capire come risolvere questo ostico passatempo a forma di cubo, ma in pochi ci sono riusciti.
A tal riguardo, è dovuta intervenire la scienza che, dopo anni di ricerche e utilizzando l’algoritmo di Kociemba (tra le soluzioni ottimali del gioco in esame), ha inventato un vero e proprio dispositivo multiuso capace di arrivare lì dove non tutti gli umani riescono.
Nello specifico, l’invenzione è stata battezzata con il nome di Dactyl, un braccio robotico, ideato dall’organizzazione no profit americana per la ricerca sull’intelligenza artificiale, OpenAI, che si è dimostrato in grado di risolvere il cubo di Rubik con una sola mano in 4 minuti fornendo così un importante e ulteriore passo in avanti nel mondo della robotica. Dactyl si muove abbastanza lentamente, ma riesce comunque a portare a termine il compito assegnatogli tenendo semplicemente il cubo sul palmo della mano e manovrandolo, anche quando ostacolato da oggetti e disturbi di vario genere e, grazie all’aggiornamento del nuovo softwer, le dita del robot sono passate dal saper manipolare semplici cubi a poter effettuare i micromovimenti necessari a far ruotare una singola faccia del cubo di Rubik mantenendo salda la presa dell’oggetto.
La realizzazione di questo progetto nasce dall’idea di riuscire ad addestrare una mano robotica ad eseguire compiti con manipolazioni complesse, attitudini attualmente difficili da padroneggiare per i robot, come spiega Matthias Plappert, capo del team di ingegneri dell’OpenAI:
“La capacità di risolvere il cubo di Rubik da parte di un robot è in realtà estremamente difficile. Devi controllare con precisione le dita, devi farlo senza fare confusione, ma molti imprevisti e cose diverse possono accadere durante questo processo”.