E’ italiano il primo brevetto per riciclare le batterie delle auto elettriche

COBAT e CNR hanno depositato il brevetto di un’innovativa tecnologia che permetterà di riciclare con costi sostenibili le batterie al lito delle auto elettriche.

L’automobile del futuro sarà elettrica. Su questo ci sono pochi dubbi: dati di vendita e analisi di mercato confermano che il mondo delle quattro-ruote sta decisamente puntando sull’elettricità, una fonte di energia più green e sostenibile rispetto ai “tradizionali” idrocarburi. A livello numerico, il mercato mondiale dell’electric automotive è in decisa crescita e i principali stakeholders del settore stanno investendo ingenti somme di denaro per lo sviluppo di modelli a propulsione elettrica. Anche la ricerca sta facendo importanti passi avanti e, proprio in Italia, è stato appena depositato un brevetto che potrebbe segnare una svolta epocale. Si tratta di un tecnologia che consente il riciclo a costi sostenibili dei metalli (cobalto, nickel, manganese e soprattutto litio) presenti nelle batterie che forniscono energia alle auto elettriche. Il trattamento di queste sostanze è uno degli ostacoli che maggiormente frenano la diffusione delle auto elettriche in Italia e nel Mondo. Attualmente non esiste un sistema efficiente per trattare e smaltire in sicurezza gli accumulatori delle auto elettriche. Una volta rimosse dai veicoli, le batterie delle auto elettriche – molto diverse da quelle delle automobili tradizionali, per le quali esiste una procedura di smaltimento molto precisa – vengono spedite in Germania e letteralmente “bruciate” in appositi impianti industriali. Quel che rimane, la cosiddetta “black mass” viene spedita in Cina o nel Sud Est Asiatico e successivamente smaltita. Si tratta di una filiera molto lunga che comporta costi di gestione altissimi.

Un brevetto per il recupero delle batterie delle auto elettriche

Il brevetto è nato grazie alla collaborazione tra il Consorzio italiano per la raccolta e il riciclo di pile e accumulatori esausti (COBAT) il Cnr-Iccom di Firenze e il Cnr-Itia di Milano, sotto il coordinamento del Politecnico di Milano. Il brevetto si basa su di un processo idrometallurgico, ossia sull’impiego di soluzioni acide per recuperare i minerali presenti nelle batterie. “In Europa non c’è nessuno che abbia sviluppato questo tipo di tecnologia”, spiega il responsabile studi e ricerche del Cobat Luigi De Rocchi, “L’Italia quindi potrebbe giocare un ruolo importante in un’ottica di economia circolare”. Il trattamento con sostanze acide, infatti, massimizza il recupero del litio e consente di dare nuova vita alle batterie esauste. “In media la vita utile di una batteria al litio impiegata nelle auto elettriche ha una vita utile di circa otto anni, dopodiché iniziano a perdere la forza trainante. Ma riutilizzandole per lo storage possono raddoppiare la loro durata”.

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