In futuro useremo abiti vibranti: “Sarà come indossare nuvole”

I ricercatori dell’Università Carlo III di Madrid hanno realizzato degli speciali abiti “vibranti” che sono in grado di trasmettere sensazioni tattili a chi li indossa: saranno il futuro della moda?  

Un maglione che abbraccia, una t-shirt che corregge la postura o una sciarpa massaggiante per il collo: sono solo alcune delle possibili applicazioni (future) dei “abiti vibranti” ideati dai ricercatori dell’Università Carlo III di Madrid. Un team internazionale coordinato dalla dottoressa Ana Tajadura-Jimenez ha realizzato degli speciali abiti in grado di trasmettere sensazioni tattili a chi li indossa. Come è possibile? Grazie alle nanotecnologie. I ricercatori hanno inserito minuscoli motori – larghi 10 millimetri e spessi appena 3 – in grado di vibrare all’interno della trama di tessuti come il jersey o il poliestere. Il risultato sono dei veri e propri tessuti intelligenti capaci di vibrare secondo programmi pre-impostati. “Capi di abbigliamento di questo tipo possono rivoluzionare la moda“, ha dichiarato la dottoressa Kristi Kuusk (Accademia Estone delle Arti) che ha collaborato alla realizzazione degli abiti vibranti. “Nei prossimi anni, le persone potrebbero indossare le emozioni suscitate dagli stilisti, programmare i propri abiti per stimolare sensazioni di felicità, calma, forza o fiducia. Credo che abiti di questo tipo possano prendersi cura di noi, non solo fisicamente, ma anche mentalmente”.

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“Gli abiti vibranti trasmettono sensazioni positive”

Ana Tajadura
Ana Tajadura-Jiménez, PhD

 Ana Tajadura-Jimenez dell’Università Carlo III di Madrid è la mente che si cela dietro l’idea degli abiti vibranti. In uno studio pubblicato sulla rivista Frontiers, la ricercatrice ha spiegato che “l’abbigliamento è solitamente una mera proiezione di immagini all’esterno, come attrattiva, ricchezza o professionalità. Ci siamo chiesti se fosse possibile progettare abiti in grado di influenzare le nostre sensazioni interne. Abbiamo programmato questi dispositivi perchè possano vibrare seguendo schemi specifici, selezionabili da un controllo tascabile. I test sono stati eseguiti su 29 persone che hanno sperimentato i modelli di vibrazione e a cui è stato chiesto di descrivere le sensazioni che i abiti provocavano”. Le sensazioni restituite dai abiti sono state “catalogate” in tre categorie: acqua, nuvola e roccia. “Ad esempio, se il soggetto riporta percezioni legate alla morbidezza e al calore, la risposta viene collocata nella categoria nuvola. Anche il tipo di materiale poteva influire sulle sensazioni provocate: il poliestere soffice risultava più adatto a restituire l’idea dell’acqua, mentre quello liscio sembrava più associabile alla roccia”.

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