Nuovi filtri dalle banane per desalinizzare l’acqua di mare

Il materiale a base di poliuretano riesce a rimuovere diversi metalli pesanti dall’acqua marina ed è utilizzabile per piccoli impianti e processi industriali

L’inquinamento delle acque causato dai metalli come cadmio, cromo, rame, mercurio, zinco generano nausea, convulsiomi, problemi renali, cancro e altri gravi problemi alla salute. I metodi utilizzato al momento sono costosi e richiedono tecniche complesse. Una nuova invenzione, presentata durante E-nnovate 2020, propone un’alternativa più economica ed adattabile da utilizzare negli impianti di depurazione. L’idea è stata presentata da Akram Hijazi, Wassef Al Khatib, Rim Nasser El-Dine, Mounir Kassir, Mohamad Al-Iskandarani e Mostafa Hamieh ed ha vinto la medaglia d’argento. Il materiale è costituito da poliuretano, sottoforma di schiuma ed elastomero, arricchito di zeoliti o nanotubi di carbonio derivanti dal banano.

Il materiale è stato brevettato ed ha mostrato ottime proprietà quando utilizzato in impianti piccoli o di dimensioni industriali. Gli inventori, tutti appartenenti alla Lebanese Innovators Society, hanno descritto al nostro giornale la loro invenzione.

Può spiegare come è nata la sua invenzione? Come vi è venuta l’idea?

Considerato l’aumento dell’inquinamento dell’acqua nel periodo attuale, che minaccia la vita degli organismi viventi, e la scarsità delle risorse idriche, era imperativo trovare soluzioni a questi problemi ricorrendo a un nuovo metodo, economico ed ecologico. L’idea della nostra invenzione è nata dalla produzione di sofisticati filtri supportati da carbone attivo a base di steli di banana (gli steli di banana possono essere ottenuti ad un prezzo molto basso o gratuitamente) per purificare l’acqua inquinata e dissalare l’acqua salata per sfruttare le risorse idriche non disponibili”.

La vostra invenzione come migliora le tecnologie esistenti?

“Sono stati utilizzati diversi processi per trattare l’inquinamento dell’acqua e la desalinizzazione dell’acqua di mare salata che includono la precipitazione chimica, lo scambio ionico, la cementazione, la coagulazione e la flocculazione, la complessazione, il biosorbimento e i processi a membrana. Nel nostro brevetto utilizziamo l’adsorbimento (tramite filtri) a basso costo come sostituto dei costosi metodi attuali. Questi filtri possono essere riciclati e utilizzati più volte e utilizzati su piccola scala anche per processi industriali. Può essere in grado di pulire l’acqua da diversi metalli ionici e inquinanti organici come coloranti e pesticidi, possiamo anche cambiare la cavità della schiuma polimerica per essere selettivi a diversi adsorbenti”.

L’idea è già stata brevettata o avete intenzione di brevettarla?

“L’idea è stata brevettata dal Ministero dell’Economia e del Commercio libanese, oltre ad aver ottenuto premi locali e internazionali dalla Lebanese Innovators Society e dalla piattaforma E-NNOVATE”.

Quale sarà il prossimo passo? Come pensate di realizzare la vostra invenzione o la sua diffusione?

“L’idea è in continuo sviluppo e cerchiamo di ampliare il nostro ambito di ricerca attraverso diversi punti: applicare un assemblaggio in serie della schiuma poliuretanica o aumentare la lunghezza della colonna per garantire la depurazione totale dell’acqua inquinata; effettuare nuovi studi su un gran numero di impianti per inserirli nei filtri, effettuare uno studio più ampio sugli inquinanti per commercializzare questi filtri su scala industriale e per incoraggiare le persone ad utilizzarli nelle case per la depurazione dell’acqua domestica, che è un problema universale”.

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