Silk Leaf: la prima foglia artificiale che produce ossigeno

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L’ingegnere Julian Melchiorri ha progettato una foglia biologica artificiale in grado di produrre ossigeno grazie alla fotosintesi clorofilliana.

Le foglie degli alberi sono una delle principali fonti di ossigeno presenti sul nostro Pianeta. Attraverso la fotosintesi clorofilliana, infatti, le foglie assorbono l’anidride carbonica presente nell’atmosfera del sole e rilasciano ossigeno. Questo processo è stato ampiamente studiato e compreso molto bene dagli scienziati. Tuttavia, nessuno è mai riuscito a riprodurlo artificialmente. Almeno fino ad ora. L’ingegnere di origini italiane Julian Melchiorri ha infatti progettato una foglia biologica artificiale capace di produrre ossigeno come le sue “cugine” naturali. Il progetto si chiama Silk Leaf. Le foglie artificiali sono composte principalmente da proteine della seta e cloroplasti (un tipo di organulo presente nelle cellule delle piante e nelle alghe eucariotiche). Grazie alle capacità fotosintetiche dei cloroplasti, Silk Leaf assorbe CO2 e produce ossigeno, prodotti chimici e zuccheri che possono essere utilizzati come fonte di energia. Per il suo funzionamento, la foglia artificiale ha bisogno soltanto di luce solare e acqua.

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Silk Leaf: la prima foglia artificiale che produce ossigeno

L’idea di Melchiorri è utilizzare le foglie artificiali per produrre ossigeno nello spazio. In assenza di gravità, infatti, non è possibile far crescere le piante e ciò comporta grossi problemi per l’approvvigionamento di ossigeno. Al posto di bombole e serbatoi pieno di 02, si potrebbero “riempire” le stazioni spaziali con foglie artificiali in grado di produrre autonomamente l’ossigeno che serve agli astronauti per respirare e sopravvivere. Ovviamente, quella di Melchiorri è soltanto un’idea che avrà bisogno di molti test e sperimentazioni prima di essere attuata. I primi dati, però, sono incoraggianti: alcuni esperimenti condotti dall’ingegnere hanno dimostrato che una singola foglia artificiale Silk Leaf può produrre discrete quantità di ossigeno. Il livello di produzione potrebbe anche essere ottimizzato grazie ad interventi nano-bionici sui cloroplasti presenti nelle foglie artificiali. Ed è proprio su questo aspetto che Melchiorri sta lavorando: l’obiettivo è portare al più presto generatori di ossigeno green nello spazio.

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