Attacchi hacker al vaccino contro il Covid-19: a rischio dati e informazioni riservate

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Negli ultimi mesi, i sistemi informatici delle aziende che stanno sviluppando il vaccino per il Covid-19 sono stati bersagliati da numerosi e sofisticati attacchi hacker

Nella corsa planetaria al vaccino per il Covid-19, c’è chi prova a mettere uno sgambetto ai ricercatori. Si tratta degli hacker, i pirati informatici che stanno letteralmente bersagliando i sistemi informatici delle aziende e delle organizzazioni impegnate nello sviluppo dei vaccini. A partire dai mesi di giugno e luglio, i cyber attacchi sono aumentati in modo esponenziale. Lo rivela il report 2020 di ENISA, l’Agenzia Europea per la sicurezza delle reti e dell’informazione. I mesi più “caldi” sono stati settembre ed ottobre quando sono stati presi di mira i laboratori di ricerca delle aziende farmaceutiche – soprattutto Pfizer e Moderna – che avevano annunciato l’imminente arrivo del vaccino contro il Covid-19. Gli hacker hanno tentato di “intrufolarsi” nei sistemi informatici per rubare informazioni riservate, dati sensibili e risultati dei test di laboratorio. Secondo gli esperti dell’ENISA, lo spionaggio è la motivazione dietro al 20% dei data breach ossia le violazione di dati privati registrate negli ultimi 6 mesi.

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Vaccino Covid-19: aumentano gli attacchi hacker

Gli attacchi hacker rilevati fino ad oggi provengono da tre paesi: Russia, Cina e Corea del Nord. Secondo gli esperti, queste operazioni hanno un duplice obiettivo. In primo luogo, i cyber criminali – spesso finanziati dal loro paese di provenienza – agiscono per rubare i risultati delle sperimentazioni degli altri stati e confrontarli con le soluzioni sviluppate nei laboratori della propria nazione. In secondo luogo, in particolare nel caso del regime coreano, gli attacchi mirano a sottrarre brevetti e indicazioni di produzione del vaccino contro il Covid-19 per poterlo sviluppare in modo autonomo. Esistono però anche motivi prettamente economici. Spesso, infatti, i criminali informatici “bucano” i sistemi informatici per richiedere riscatti alle aziende colpite o rivendere sul dark web le informazioni riservate che hanno trafugato. Un attacco di questo genere è stato mosso anche all’EMA, l’Agenzia Europea per i Medicinali che sta per autorizzare l’utilizzo del vaccino Pfizer-BioNTech nei paesi dell’Unione. A tal proposito, in recentissimo un rapporto della business unit di Elmec Informatica dedicato alla cybersecurity, si legge che “Sars-Cov-2 non ha solo digitalizzato interi paesi ma ha anche scombinato le carte in tavola di potenze mondiali che si contrastano in una guerra cibernetica fatta di vulnerabilità e dati sensibili. Il famoso patto di non aggressione cyber firmato nel 2015 tra l’allora presidente americano Barack Obama e quello cinese Xi sembra solo un lontano ricordo”.

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