Dalla plastica alla seta: ridurre l’inquinamento grazie ad una falena

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Un gruppo di studenti dell’Istituto “Fermi” di Mantova ha messo a punto un sistema per smaltire la plastica trasformandola in seta grazie ad una falena

Riciclare è un gioco serio: potrebbe essere questo il motto di “Recicla Game”, un progetto per la bioconversione del polietilene presentato al Maker Faire Rome 2019 da alcuni studenti dell’Istituto Tecnico “Enrico Fermi” di Mantova. “L’inquinamento da plastica – spiega il “portavoce” del progetto Gabriele Ravini – è diventato ormai un problema enorme per il pianeta, a causa dell’uso smodato che l’uomo ha fatto di questo materiale negli ultimi decenni. Oltre a ridurne il consumo quotidiano, fronte su cui si sta lavorando sodo, bisogna anche trovare il modo di eliminare la plastica già esistente, e la soluzione potrebbe venire dalla natura stessa attraverso la bioconversione”. Si tratta di un processo naturale che converte alcune sostanze inquinanti in materiali biodegradabili e compostabili.

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Ridurre l’inquinamento con una falena

L’aspetto veramente originale di Ricicla Game sta nel fatto che la bioconversione avviene per mezzo di un insetto – la Galleria Mellonella – capace di “digerire” il polietilene. “Il nostro progetto ha come protagonista indiscussa la larva della falena Galleria Mellonella, detta anche tarma maggiore della cera o camola del miele, un lepidottero appartenente alla famiglia Pyralidae e diffuso in numerosi Paesi del mondo. Questo insetto è in grado di digerire il polietilene, trasformandolo in seta”. Sfruttando le portentose capacità digestive della camola, i ragazzi hanno messo a punto un processo innovativo e al tempo stesso ecosostenibile. Il polietilene viene sminuzzato, mescolato con sostanze naturali e dato in pasto alle larve di Gallerie Mellonella. Queste ultime si nutrono dello speciale mangime ideato dagli studenti e, grazie ad alcuni enzimi presenti nel loro apparato digerente, degradano il polietilene. Il materiale plastico viene così bioconvertito in materiale organico.

Il processo è naturale al 100% e ha un bassissimo impatto ambientale. Gli studenti del Fermi si sono ispirati ai principi dell’Economia Circolare e hanno studiato numerose soluzioni per massimizzare l’efficienza del progetto e utilizzare tutti gli scarti prodotti. “Durante la trasformazione della Galleria Mellonella da larva a pupa, viene prodotta una grande quantità di seta: un materiale costituito da proteine fibrose – fibroina e sericina – e caratterizzato da ottime proprietà meccaniche. Entrambe le proteine possono essere estratte dal corpo del singolo filamento e utilizzate come materie prime per altri scopi. Il nostro team si è focalizzato su un possibile utilizzo della seta non solo nell’industria tessile, ma anche in ambito alimentare e biotecnologico. Dalla flora batterica della Galleria Mellonella, inoltre, può essere estratto il Bacillus subtilis, un batterio noto per le sue proprietà antimicrobiche. Nel corso del nostro studio, abbiamo testato le proprietà antimicrobiche del Bacillus subtilis nei confronti di un comune batterio, l’Escherichia coli, e abbiamo ottenuto buoni risultati. Infine, gli scarti del ciclo di vita della Galleria mellonella, compresi gli esemplari deceduti, possono trovare impiego come mangime e/o materiale per biogas. L’eventuale polietilene non degradato presente nella materia fecale può essere recuperato attraverso separazione per differenza di densità e smaltito normalmente negli impianti di riciclo”. Un processo virtuoso, circolare e capace di generare valore. “Partendo da un composto contenente una percentuale di plastica, possiamo dar vita a qualcosa di utile e biodegradabile: questo significa innovare la concezione di riciclo e smaltimento dei rifiuti plastici tramite discariche o termovalorizzatori”.

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