Il primo modello fattibile di motore a curvatura

Due astrofisici hanno descritto il primo modello fattibile di motore a curvatura per velivoli spaziali: in futuro riusciremo davvero a viaggiare nello spazio come il Capitano Kirk?

Il motore a curvatura è soltanto fantascienza? No, almeno in teoria! Due astrofisici – lo svedese Alexey Bobrick e l’italiano Gianni Martire – hanno descritto il primo modello fattibile di motore a curvatura per un veicolo spaziale. Per capire la portata di questa “scoperta” occorre fare un passo nel mondo della fantascienza. La propulsione a curvatura (warp drive) è un tipo di propulsione inventata dagli autori della serie TV Star Trek. Essa permette alle astronavi di viaggiare a velocità super-liminali, cioè superiori a quella della luce, grazie ad un meccanismo unico nel suo genere. In pratica si tratta di un sistema che non spinge effettivamente il velivolo in avanti ma deforma lo spazio-tempo creando una distorsione che abbrevia la distanza da percorrere. Sostanzialmente, i motori a curvatura contraggono lo spazio davanti all’astronave e lo dilatano dietro di essa. Per capire il senso di questa teoria immaginiamo un elastico fissato tra due chiodi e una formica che ci cammina sopra. Se l’elastico non viene toccato, la formica deve camminare per tutta la sua lunghezza per spostarsi da un chiodo all’altro. Se invece l’elastico viene accorciato davanti alla formica (e di conseguenza dilatato alle sue spalle), l’animale potrà andare da chiodo a chiodo percorrendo un tragitto inferiore rispetto all’effettiva lunghezza dell’elastico. In Star Trek, il motore a curvatura serve come espediente narrativo per giustificare i lunghissimi tragitti percorsi in poco tempo dalle navicelle spaziali del Capitano Kirk e soci. Sembra, però, che alla base di questo fantascientifico meccanismo di propulsione potrebbe esserci qualcosa di reale.

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Il motore a curvatura di Bobrick e Martire

motore curvatura
Il motore a curvatura in Star Trek

Bobrick e Martire hanno sviluppato il loro modello di motore a curvatura partendo dagli studi condotti negli anni ‘90 dal fisico Miguel Alcubierre. Quest’ultimo aveva ipotizzato che l’energia negativa potesse contrarre lo spazio-tempo. Il problema della teoria di Alcubierre era che la quantità di energia negativa necessaria per dilatare lo spazio era così enorme da non essere in alcun modo gestibile. Per questo, i due fisici hanno pensato di sostituire l’energia negativa con quella gravitazionale. Secondo il loro studio – pubblicato a Gennaio sulla rivista IOPScience – una massiccia forza gravitazionale potrebbe essere sufficiente per contrarre e dilatare lo spazio intorno ad un veicolo aerospaziale. Per ottenere questo risultato, “è sufficiente” comprimere una massa delle dimensioni di un pianeta in un cubo o sfera da inserire nel motore a curvatura come “carburante”. Come si può facilmente intuire, si tratta di un progetto che va ben al di là delle attuali capacità della scienza e dell’ingegneria. Il fatto che si tratti di un modello fattibile, però, fa ben sperare per il futuro: il meccanismo può essere davvero costruito e – assicurano Bobrick e Martire – funziona. A questo punto, la domanda sorge spontanea: nei prossimi anni riusciremo davvero a viaggiare nello spazio come il Capitano Kirk?

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