A Roma è stato installato il primo distributore automatico di pizza: in appena tre minuti, può sfornare una pizza con quattro condimenti diversi
In giro per il mondo ci sono distributori automatici di qualsiasi cosa, dal caffè agli smartphone, dai sandwiches alle auto di lusso (esiste davvero, si trova a Dubai). Anche a Roma, da qualche giorno, è stato installato un distributore automatico davvero particolare: quello della pizza. Si tratta di un sistema completamente automatizzato capace di sfornare una pizza in appena tre minuti. Il cliente non deve far altro che scegliere il gusto (i gusti sono margherita, salame piccante, pancetta o quattro formaggi), inserire il denaro e premere un bottone. A tutto il resto ci pensa il distributore automatico, proprio come quando ordiniamo un caffè alla macchinetta in ufficio! Tutto il processo avviene “a vista” perché il macchinario è dotato di finestre in vetro che permettono al cliente di seguire le varie fasi della preparazione della sua pizza.
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Il primo distributore automatico di pizza
Il distributore automatico di pizza di Roma si trova in via Catania 2. E’ largo appena qualche metro quadro ed è il primo punto vendita per la pizza espressa automatica in Italia. Quest’apertura ha destato grande curiosità. Ovviamente, non sono mancate anche le polemiche per lo “sgarbo” che secondo alcuni è stato fatto alla tradizione culinaria italiana. Ciò nonostante tanti curiosi hanno deciso di provare la pizza della macchinetta. “Mozzarella e pomodoro sono davvero ottimi – confida un avventore – per me è da sufficienza piena”. “Gli ingredienti non sono male, il problema è la cottura. Senza lievitazione esce fuori un po’ secca” aggiunge un altro cliente non troppo soddisfatto della sua pizza espressa. Al di là della curiosità e delle polemiche, l’installazione del primo distributore automatico di pizza in Italia potrebbe essere un importante passo avanti nel processi di automazione del settore food. Nel mondo, infatti, ci sono già alcune importanti catene fast-food, mense e ristoranti che “si affidano” ai robot per la preparazione dei loro piatti. Succederà anche in Italia?
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