6 aprile 1818, a Parigi viene presentata la draisina

Sapevate che in principio la bicicletta non aveva né pedali né freni?

Ebbene si. L’antenato del primo veicolo a due ruote della Storia fu presentato a Parigi il 6 aprile 1818 durante il Salone di Parigi. La draisina, o draisine, fu creata già nel 1816 dall’inventore tedesco Karl Christian Ludwig Drais von Sauerbronn, da cui prese appunto il nome.
A differenza dell’attuale bicicletta, nata pochi decenni dopo con la prima catena di trasmissione, il vero “motore” della draisina era il guidatore stesso. Sia per dare la spinta, sia per frenare ovviamente, mentre la novità rispetto ai precedenti e più datati modelli (tra cui i primi schizzi e prototipi di Leonardo da vinci) era nell’aggiunta della ruota anteriore sterzante, che andava a perfezionare il precedente modello del conte Mede de Sivrac, chiamato celerifero.

Diverse e variegate le applicazioni di tale invenzione che, secondo l’inventore, doveva servire come mezzo di trasporto quotidiano al posto del più costoso cavallo. Nella realtà però, la mancanza di un sistema propulsivo alternativo rispetto all’energia cinetica del guidatore, il mezzo ebbe i più variegati e diversi sviluppi. Si passò dal mezzo per l’intrattenimento dei ceti più abbienti della borghesia inglese, chiamato “hobby horse” (ovvero cavallo da divertimento), allo sport. Fu chiamata draisina anche un mezzo ferroviario di servizio, prevalentemente utilizzato per manutenzione o logistica. La differenza sta nella propulsione, dato che questa versione utilizzò sia il movimento a mano, a pedale o a motore dalla metà del 19esimo secolo.

Una modello di una draisina del 1817 in un museo tedesco nel 1938

Fu Denis Johnson il primo a pensare alla drasina come mezzo di competizione, addirittura creando una delle prime scuole per draisina del mondo, da lui stesso battezzato come “pedestrian curricle” (calesse che cammina). La prima gara di draisina si ebbe nel 1819 e a vincerla fu il tedesco Semmler che riuscì a mantenere una velocità di 20 km/h fino al traguardo, raggiunto dopo 10 km di corsa.

Una velocità non di poco conto, considerando l’assenza di strade asfaltate all’epoca e il fatto che lo sforzo del guidatore non era di poco conto, fatto tra l’altro su sellini non propriamente ergonomici. Immaginate di andare in bicicletta, su una strada di campagna con buche e imperfezioni, polverose, e trascinare una bici di legno solo con l’ausilio, in accelerazione ed in frenata, solo ed esclusivamente dei vostri piedi. Il tutto per 10 km. Semmler vi impiegò 31 minuti.  

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