17 aprile 2014, la Nasa annuncia la scoperta dell’esopianeta Kepler186f

Immaginate rigogliose foreste, fiumi d’acqua dolce, mari immensi. E magari la vita. No, non parliamo della Terra, bensì di un suo cugino alla lontana: Kepler 186f, primo esopianeta nella zona di abitabilità di una stella scoperto esattamente 5 anni fa, il 17 aprile 2014.

Un cugino davvero alla lontana, poiché il pianeta posto nell’orbita della stella nana Kepler 186, dista dalla Terra ben 500 anni luce. La scoperta dell’esopianeta dalla è stata ufficializzata dalla Nasa esattamente un mese dopo la pubblicazione dei primissimi risultati nati dallo studio di un team internazionale. Fu il telescopio spaziale della Nasa, Kepler, coadiuvato dai telescopi spaziali Gemini e Keck, tra i più grandi al mondo, ad effettuare l’osservazione e ad emozionare gli astrofisici. Non un esopianeta qualunque ma il primo davvero simile alla Terra ad essere posizionato nella zona di abitabilità di una stella.

Situato nella costellazione del Cigno, si trova infatti alla giusta distanza dalla propria stella di riferimento in maniera tale da poter garantire le condizioni simili alla Terra. Né troppo lontano né troppo vicino insomma, fattore che potrebbe anche far presagire la presenza di grandi oceani sulla superficie del pianeta e, di conseguenza, della vita.

Di sicuro quello che già si conosce è la sua dimensione, superiore alla Terra all’incirca del 10%, e il suo periodo d’orbita, pari a 130 giorni, quindi un terzo di un anno terrestre. Un terzo è anche l’apporto di calore offerto dalla sua stella Kepler 186, che ha una dimensione pari ad un terzo del nostro Sole.

La scoperta, pubblicata sulla rivista Science, ha riacceso la febbre per la caccia ai pianeti simili alla Terra e potenzialmente colonizzabili, anche se serviranno ulteriori studi per definire in maniera precisa se le condizioni sul pianeta siano effettivamente paragonabili al nostro pianeta. A cominciare dalla gravità, dall’ossigeno presente e dalle altre sostanze presenti nell’atmosfera, magari potenzialmente dannose per l’uomo.

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