EarthBi, arriva dall’Italia la nuova plastica biodegradabile e tracciabile tramite blockchain

La plastica biodegradabile e tracciabile potrebbe diventare un marchio di fabbrica prettamente italiano. Come? Grazie al progetto EarthBi e al suo polimero biodegradabile totalmente inserito nel sistema della blockchain.

In attesa dell’entrata in vigore delle leggi europee che dal 2021 metteranno al bando la plastica monouso, ecco che questa startup sta per immettere sul mercato un nuovo materiale, derivante dal PLA (acido polilattico) ma notevolmente migliorato grazie ad un accurato studio in laboratorio tutto italiano. Formato da biomasse derivanti da scarti di produzione e quindi facilmente riciclabili, a dare valore al polimero, che riesce a conservare le proprietà della plastica tradizionale, è la sua capacità di degradarsi nel tempo. Una proprietà che le attuali bottiglie o sacchetti di plastica non hanno, creando quei mari di plastica visti spesso in televisione. Direttamente dallo stabilimento di Pomezia, in provincia di Roma, la nuova plastica potrebbe sostituire agevolmente quella attualmente in commercio, risolvendo il problema dell’inquinamento dei mari senza troppi scossoni ai processi produttivi o economici.

Un processo etico alla base di tutto. L’idea, nata nel 2017, si è sviluppata in azienda nel corso del 2018 fino alla creazione della campagna di vendita dei token online a partire dal marzo del 2019. Ma è nell’applicazione dei principi della blockchain che si instaura l’altro fattore fondamentale di questa startup tutta italiana. Con la tracciabilità dei prodotti e l’inserimento di tutti i dati nel sistema blockchain, si permette di conoscere provenienza, informazioni sugli acquirenti e destinazione, creando un sistema virtuoso, non manipolabile e di trasparenza unico.

Nel 2016, secondo i dati sviluppati dalla EarthBi, vi è stata una produzione di plastica pari a 400 milioni di tonnellate, di cui solo il 2% bioplastiche. Una produzione che però, con l’entrata a pieno regime nel mercato attuale e con l’emulazione di altre aziende intorno al mondo, potrebbe aumentare sensibilmente tale percentuale. Dalla EarthBi fanno sapere che altri due impianti sono in fase di sviluppo, uno in Slovenia e uno a Malta. Alla loro conclusione, si stima, la produzione annuale di questo materiale potrà arrivare a circa 60mila tonnellate l’anno attraverso un processo che non implica modifiche nella catena di produzione e che non necessita di particolari strutture. Non male per una startup!

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