Lo Sherman DD e i “Funny Tanks”

I “carri armati divertenti”, così erano denominati negli ambienti militari, contribuirono a dare una svolta decisa al Secondo conflitto mondiale

«Un carro armato che galleggia?». Probabilmente molti increduli militari americani si saranno posti questa domanda, nella primavera del 1944, quando si iniziò a pensare di far galleggiare le 30 tonnellate di acciaio di un carro armato Sherman per facilitare gli sbarchi sul continente europeo.

Pochi mesi dopo, il 6 giugno del 1944, il carro, ridesignato nel frattempo Sherman DD (Duplex Drive), fu utilizzato nello sbarco in Normandia, dopo essere stato testato, purtroppo senza successo, nel golfo di Salerno poco dopo l’Operazione Avalanche. La vera innovazione di questa versione del celebre carro Sherman, era una “gonna” di tela rivestita in gomma fissata a una piattaforma orizzontale saldata allo scafo del carro, che consentiva allo Sherman discrete capacità di galleggiamento. Una struttura metallica e una serie di 36 tubi in gomma gonfiati da un compressore, con l’aiuto di una serie di supporti pieghevoli consentivano di mantenere rigida la struttura, dando al contempo la possibilità di abbatterla rapidamente una volta raggiunta la riva, rendendo il carro immediatamente combat ready, pronto al combattimento.

La propulsione era affidata a una coppia di eliche che, tramite ruote dentate, venivano messe in moto dal movimento dei cingoli, assicurando una velocità in acqua di circa 7 km/h. Non eccessiva, ma abbastanza per assicurare al carro di approdare a riva. I primi mezzi, prodotti dagli inglesi, furono utilizzati dalle unità britanniche e statunitensi, e a termine del conflitto la produzione si era fermata attorno ai 200 esemplari.

Sono solo tre i carri Sherman DD sopravvissuti al conflitto. Uno si trova in Normandia, uno in Gran Bretagna e l’ultimo in Italia, nel museo di Piana delle Orme, in provincia di Latina, dove ha subito un restauro radicale dopo essere stato recuperato, nel 1998, nelle acque del golfo di Salerno, dove affondò, durante il ciclo di prove in mare, a causa di una errata manovra.

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