In viaggio in vela tra le stelle con LightSail 2

Spiegate le vele, si parte! No, non parliamo di velieri, ma quasi.

Alla ricerca costante di mezzi di propulsione alternativi a quelli a combustibile, la fondazione Planetary Society ha infatti portato a compimento il progetto LightSail 2, che vede la messa in orbita, il prossimo 22 giugno, di un piccolo veicolo spaziale che sfrutterà la spinta delle radiazioni solari catturate dalle sue vele solari.

Un progetto ambizioso, che la fondazione americana ha finanziato interamente grazie a donazioni elargite da comuni cittadini con la passione per l’astronomia e che segue quello di LightSail, versione antecedente del piccolo veicolo che, grande quanto un tostapane e pesante solo 5 kg, sarà agganciato al satellite Prox 1. Il lancio sarà effettuato dal Kennedy Space Center in Florida tramite un razzo Falcon, della società Space X di Elon Musk. Dal ventre del satellite, LightSail 2 si sgancerà dopo 7 giorni, per poi attivare i suoi 4 pannelli solari che daranno l’energia necessaria al veicolo. Ma il momento clou dell’operazione arriverà il giorno seguente, quando le 4 braccia metalliche si apriranno e finalmente dispiegheranno le vele triangolari.

Un razzo Falcon Heavy (Fonte: Space X.com)

Esattamente come un veliero terrestre non appena incontra il vento favorevole, così LightSail 2 inizierà le sue manovre e fare così rotta per l’orbita terrestre, a 720 km dal suolo, diventando il primo veicolo senza motore a raggiungere un punto prestabilito. L’obiettivo, secondo la Planetary Society, non è solo quello dare credito ad un nuovo tipo di propulsione spaziale a costi contenuti ma dall’alto rendimento ma anche quello di utilizzare la stessa per raggiungere la Luna o Marte in maniera relativamente veloce e poco dispendiosa in termini di energia.

Non solo. Tale tipo di propulsione favorirebbe anche l’uso di sonde controllate da remoto da inviare in sistemi lontani senza il problema dell’autonomia o anche di sviluppare pannelli solari di nuova generazione che possano favorire la stessa permanenza dell’uomo su suoli ostili come appunto Marte o la Luna. Un progetto molto simile allo Small business innovation research della Nasa o a quello, ancora più ambizioso, della Breakthrough Initiative che, insieme a Stephen Hawking, ha dato il via al programma Breakthrough Starshot. Si parla in questo caso di miniastronavi a vela, le starship, che avranno il compito di superare i confini del Sistema solare, arrivando fino a studiare Proxima Centauri, i suoi pianeti e i suoi particolari campi magnetici entro i prossimi 20 anni, sfruttando la potenza delle nuove propulsioni a luce laser.

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