Vita su Marte? Ecco i prossimi obiettivi della NASA

Marte o “pianeta rosso” è da anni oggetto di studi per poter valutare la possibilità della sua colonizzazione.

Nonostante sia noto che il Pianeta non è favorevole alla sopravvivenza della specie umana, recenti ricerche potrebbero rivelare il contrario.

Tra i progetti della NASA, troviamo Moxie (acronimo di Mars Oxygen In-Situ Resource Utilization Experiment), una macchina in grado di trasformare l’atmosfera di Marte in ossigeno.

La NASA lancerà Moxie sul pianeta dalla stazione di Cape Canaveral Air Force in Florida nel luglio del 2020 all’interno del robot Rover Mars 2020, l’invenzione temeraria degli ingegneri del Jet Propulsion Laboratory di Pasadena, l’arrivo è previsto a febbraio 2021.

Considerando che l’atmosfera di Marte è costituita per lo più da anidride carbonica (CO2), quello che fa Moxie è produrre piccole quantità di ossigeno puro proprio dall’anidride carbonica in un processo chiamato elettrolisi dell’ossido solido.

Per testare la macchina la NASA ha acquistato CO2 artificiale, ricreando le condizioni tipiche del pianeta rosso.

Se questo lancio avrà esito positivo, la NASA ha già pensato ad una missione umana.

Ma quello dell’aria non è il solo limite di Marte, tale pianeta è al momento inabitabile a causa delle tempeste di sabbia e delle radiazioni solari, dato che la superficie del Pianeta non è protetta da un’atmosfera come quella della Terra.

È quindi necessario realizzare tute spaziali in grado di proteggere il corpo umano da tutte questi fenomeni. Per questo motivo è nato Sherloc SHERLOC, uno strumento che analizza grazie alla sua fotocamera sensibile alle radiazioni ultraviolette, gli effetti delle condizioni di Marte su cinque tipologie di tessuti campione di tute spaziali.

Oltre alle tute, i possibili astronauti avranno bisogno di un posto dove ripararsi e riposarsi, per questo è stato ideato MEDA (Mars Environmental Dynamics Analyzer), uno strumento ha lo scopo di raccogliere una serie di informazioni necessarie per costruire un riparo, i dati raccolti saranno poi combinati con i diversi orbiter che gravitano attorno al Pianeta Rosso.

Il conto alla rovescia è iniziato

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