L’origine dell’autismo è negli alimenti trasformati: ecco lo studio

I ricercatori dell’UCF hanno individuato dei cambiamenti molecolari che si verificano quando le neurocellule staminali sono esposte a livelli elevati di un acido comune presente negli alimenti trasformati.

 

La tesi avanzata dal professor Naser e dal dott. Abdelli è di quelle forti, che segnano uno spartiacque nell’ambito della ricerca scientifica. Lo spettro autistico, oppure comunemente chiamato spettro autistico, è un disturbo neurologico che influenza il linguaggio e la comunicazione, i comportamenti sociali, e gli interessi personali del soggetto.

Ad horas non ci sono cure, pertanto gli studi in materia si concentrano sull’eziologia del disturbo. Dunque, questo primo studio preliminare condotto nell’Università della Florida nasce da un’intuizione del dott. Naser, specialista gastroenterologo presso il College of Medicine’s Burnett School of Biomedical Sciences. Egli ha condotto i primi studi dopo aver osservato che, nella maggioranza dei casi, i bambini autistici soffrono della sindrome dell’intestino irritabile. Così, ci si è chiesti del possibile legame fra intestino e cervello

L’origine dell’autismo è negli alimenti trasformati: ecco lo studio

In uno studio pubblicato il 19 giugno su Scientific Reports, una rivista Nature, i due professori hanno scoperto come gli alti livelli di acido propionico (PPA), utilizzati per aumentare il ciclo di vita degli alimenti confezionati e inibire la crescita di muffe nei formaggi e nel pane trasformati, riducono lo sviluppo di neuroni nel cervello fetale.

In primis, l’acido rompe l’equilibrio naturale tra le cellule cerebrali abbassando la quantità di neuroni e la sovrapproduzione di cellule gliali. Generalmente, le cellule gliali (cellule non neuronali) aiutano a sviluppare e proteggere la funzione dei neuroni, ma un surplus disturba la connettività tra i neuroni. Esse causano anche l’infiammazione, che è stata notata nel cervello dei bambini autistici. C’è da dire che nel nostro intestino la riproduzione di PPA avviene in modo naturale, tuttavia il microbioma particolare della madre può influenzare in modo significativo il tasso dell’acido, che automaticamente si trasmette al feto.

I prossimi passi della ricerca intendono testare su modelli di topi una dieta ad alto tasso di PPA per verificare se i futuri nascituri roditori sono predisposti geneticamente all’autismo.

Lo studio abbraccia un arco temporale di circa 18 mesi, ed è stato finanziato dall’UCF.

Continua a leggere le ultime notizie nella sezione “Medicina” del nostro blog.

Exit mobile version