Il mercato dell’auto elettrica: numeri, caratteristiche e prospettive future

L’electric automotive sta entrando di prepotenza sul mercato dell’automobile. Ad oggi, specie in Italia, sussistono numerose barriere all’ingresso che ne ostacolano la diffusione.

 

Sull’onda del “terrorismo psicologico” che sta travolgendo il diesel con gli scandali correlati, il mercato dell’automobile ha virato di prepotenza verso l’elettrificazione più o meno completa delle linee produttive. Ovviamente ciò vale per alcuni player del settore, viceversa taluni brand agiscono in senso opposto. 

Il mercato in Italia

Nel 2017 in Italia sono state vendute all’incirca 4827 auto elettriche, segnando un aumento del 188% rispetto l’anno precedente quando erano state immatricolate 2560 auto elettriche. Se ci fermassimo a questo dato, ovviamente concludiamo che il mercato è in crescita e tutto fa pensare ad uno sviluppo costante nel tempo. Invece non è esattamente così. 

Questi invece i dati aggiornati al 2018 in Italia.

Se confrontati con i dati ad esempio di Norvegia e Germania (62.000 e 55.000), ci rendiamo conto che siamo ancora molto indietro rispetto i nostri connazionali europei. Tuttavia, da un’attenta analisi dell’E-Mobility Report 2018, il mercato è comunque in assoluto fermento. Da’un analisi globale invece, in Italia circolano più o  meno 13.000 auto elettriche fra elettriche pure e plug in. 

Le barriere all’ingresso

A livello numerico, il mercato dell’electric automotive in Italia è in decisa crescita a livello di volumi di venduto. Tuttavia, le indagini di mercato condotte di recente ci restituiscono un quadro in chiaroscuro. Le barriere principali che frenano l’acquisto di auto elettriche sono principalmente di ordine psicologico, senza contare un ritardo nello sviluppo dell’infrastruttura nazionale. Le barriere si possono così sintetizzare:

  1. Barriera del costo: il costo medio di un’auto elettrica si aggira fra i 20.000€ e i 40.000€, e ciò rappresenta un primo fattore discriminante che “taglia” in modo netto il target acquirente.
  2. Ritardo infrastrutturale: in Italia sono presenti soltanto 4.207 colonnine di ricarica in circa 2.108 postazioni (dati aggiornati a dicembre 2017). 
  3. L’errata informazione: spesso si è riscontrato una mancanza di consapevolezza nei consumatori circa i tempi, i luoghi di ricarica e l’ottimizzazione dei costi. Ciò è frutto di una disinformazione dilagante che circola in Rete.
  4. Range anxiety: 1 consumatore su 2 pensa di non avere sufficiente autonomia per compiere un percorso totalmente in elettrico senza aver bisogno di ricaricare di nuovo l’auto.

Le strategie per il futuro

A livello complessivo, in premessa abbiamo specificato come in generale si riscontra un comportamento più o meno univoco da parte dei maggiori brand che stanno implementando l’elettrificazione dei modelli di auto preesistenti oppure la creazione di nuovi modelli. Più nel dettaglio, per ovviare al problema delle infrastrutture, ad esempio Tesla, ha stretto una partnership con Enel per aumentare l’installazione di colonnine pubbliche di ricarica. Nel caso invece degli Stati Membri dell’UE, Francia e Germania hanno stretto invece una partnership con la Cina, principale detentore di litio, per lo sviluppo delle batterie, principale voce di costo per la realizzazione di un auto 100% elettrica.

In Italia invece, per spingere la crescita di questa nicchia di mercato, lo Stato non solo sta investendo nella realizzazione di un’infrastruttura capillare, ma ha dato il via al discusso Eco bonus, ossia un sistema di agevolazione finanziarie di tipo proporzionale da impiegare per l’acquisto di un’auto elettrica con la contestuale rottamazione di un’auto a benzina o diesel. 

Nel complesso, sono stati fatti diversi passi avanti, ma il gap con i competitor europei è ancora marcato.

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