Ecco la soluzione allo spreco alimentare: il cibo stampato

Lo sapevi che ogni anno 36 Kg di cibo vengono gettati nella pattumiera? Ovvero circa 15 miliardi di euro.

Frutta e verdura hanno i tassi di spreco più alti di qualsiasi alimento. Uno spreco alimentare che non proviene solo dalla grande distribuzione ma anche da noi cittadini, dalle nostre case.

Per risolvere il problema che affligge il mondo, una giovane imprenditrice olandese, Elzelinde van Doleweerd , laureata in industrial design all’Università di Eindhoven, ha trovato il modo di trasformare i rifiuti alimentari in alimenti commestibili, stampandoli in 3D, facili da conservare.

Un progetto che ha riscosso grande successo, da richiedere la fondazione di una società, la Upprinting Food con un’altra giovane imprenditrice, Vita Broeken .

Ma facciamo un passo indietro, come è giunta Elzelinde a questa geniale idea?

Era l’ultimo anno da laureanda, la giovane studentessa sensibilizzata dal diffuso spreco alimentare, soprattutto quello del pane nei Paesi Bassi, decide di creare una pasta alimentare stampabile schiacciando il pane vecchio e aggiungendo spezie ed erbe per renderlo più saporito. Successivamente riempie una siringa con la pasta creata iniettandola nella stampante 3D. Per rendere il prodotto uno spuntino gustoso e duraturo nel tempo, ha cotto il cibo stampato per rimuovere umidità ed eventuali tracce di batteri.

Elzelinde, insieme alla sua collega, ha lavorato duramente per espandere il tipo di ingredienti sprecati da mescolare, per creare nuove paste alimentari da stampare, giungendo ora anche alla trasformazione di frutta e verdura.

Le due giovani imprenditrici hanno ricevuto l’ECO Coin Award 2018 – un premio promosso dall’organizzazione olandese Next Nature Network che onora “eccezionali eroi ecologici” che contribuiscono a cambiare il mondo.

fonte immagine: www.ecocoin.com

Il prossimo obiettivo della Upprinting Food è quello di aiutare anche i ristoranti ad analizzare e riutilizzare i loro rifiuti alimentari. I cibi possono essere setacciati e trasformati in pasta, da conservare poi in contenitori sigillati protetti da aria e luce.

Per ampliare la gamma del prodotto, Van Doleweerd sta collaborando con una 3D Food Company di Pechino. Perchè come dice la stessa imprenditrice, in cina mangiando molto riso, questo viene sprecato ed è utile all’impasto alimentare da stampare.

Naturalmente essendo una stampante 3D, p possibile dare al cibo delle forme graziose da cucina gourmet, tanto che alcune di queste sono state protagoniste di una fiera annuale che si tiene a Pechino in autunno, la Beijing Design Week.

fonte immagine: www.ecocoin.com
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