La Startup che dona nuova speranza per l’economia africana orientale

L’ecosistema delle startup africane è molto attivo, ciò rappresenta un’occasione di rilancio per l’economia dell’Africa Orientale, ma vi è bisogno di competenze specifiche e di investimenti.

Nonostante la presenza di elementi eccellenti come incubatori, acceleratori, spazi di coworking, fab lab, maker spaces, l’ecosistema ecologico africano si presenta ancora ai primi passi proprio perché mancano ancora le connessioni che consentono all’innovazione di diventare un processo sociale.

La situazione finanziaria non è del tutto solida, gli investitori e i venture capital sono mosche bianche e le startup sopravvivono razie all’erogazione di piccoli prestiti a fondo perduto del governo o di ONG. Ma un aiuto concreto arriva anche dall’Italia che fa sentire la sua presenza tramite l’associazione Tech Garage con il progetto not-for-profit, Startup Africa roadtrip.

Il progetto prevede percorsi di training per startup e progetti d’impresa nei Paesi dell’Africa orientale, creando una rete di contatti tra gli ecosistemi imprenditoriali locali con quello italiano e coinvolgendo professionisti e organizzazioni. Il progetto è stato presentato in una prima edizione in Uganda, per poi spostarsi in Kenya e ritornare in Uganda quest’anno, dove sono stati assegnati i seguenti premi:

Il primo premio è stato assegnato ad un progetto femminile HerHealth dietro il quale un team di imprenditori ed appassionati ha creato uno strumento di test di screening per le donne che vivono in aree rurali, per verificare eventuali infezioni urinarie. In base ai risultati il test valuta la necessità o meno del consulto di un medico.

Il secondo premio è stato aggiudicato al Gorilla Conservation Coffee, startup sociale che supporta la commercializzazione di caffè dei coltivatori dell’Uganda, che vivono nei pressi del Parco Nazionale di Bwindi, per proteggere dal pericolo dell’estinzione sono gli ultimi esemplati di gorilla rimasti.

Infine il terzo premio è andato a Zembo, che propone un nuovo modello di moto elettriche a prezzi accessibili per i tassisti motociclisti in Uganda, essendo Kampala tra le città più inquinate al mondo.

È proprio nella capitale dell’Uganda che avviene l’exploit dell’innovazione. La capitale ospita 16 tech hub e una nota univerità, la Mekerere, dove un gruppo italiano, composto da esperti del panorama startup, ha dato vita a una tech week dedicata a startupper e aspiranti imprenditori locali.

I team ugandesi selezionati hanno avuto l’opportunità di accedere gratuitamente a sessioni di formazione. Kampala si è affermata come una delle città protagoniste dell’ondata di innovazione che dal vicino Kenya sta diffondendo nuovi modelli di impresa in tutta l’Africa orientale. Si parla di una Silicon Savannah, con capitale a Nairobi, in Kenya.

Riepilogando, è facile dedurre che l’Africa Orientale è uno di quei Paesi con grandi potenzialità: età media bassa, buone università, un’avviata costruzione di infrastruttura tecnologica di base, interesse istituzionale sul tema della creazione di impresa. Il Kenya poi, possiede una delle economie più in rapida crescita dell’Africa sub-sahariana e ha delineato un piano ben preciso per diventare un Paese a reddito medio-alto entro il 2030. Gli abitanti sono circa 50 milioni, giovani e istruiti, le numerose industrie e i legami commerciali con i Paesi vicini fanno di questo Paese un’ottima base per le aziende straniere alla ricerca di un punto di accesso alla regione. Questo dunque lascia ben sperare.

Exit mobile version