L’edilizia diventa sostenibile grazie al biomattone di canapa

Il mattone attento all’ambiente è composto di canapa e abbassa i livelli di inquinamento

Per aiutare l’ambiente e vivere in un mondo meno inquinato, è stata ripresa un’antica ricetta usata dai romani e anche dai giapponesi, ovvero la realizzazione di mattoni fatti e creati interamente in canapa.

Attraverso questo ritorno al passato, quindi, l’edilizia torna ad essere sostenibile grazie ad un nuovo mattone la cui produzione non contempla emissioni di CO2. Nel composto preparato per la costruzione del biomattone, viene a crearsi un ambiente ideale  per la formazione dei cristalli: nel giro di cinque giorni i batteri muoiono; il mattone è formato e compatto, solido, resistente ed è ideale e sicuro per la costruzione di una casa. La canapa, infatti, è una pianta che produce più biomassa al mondo. La sua crescita avviene in soli quattro mesi ed è in grado di assorbire biossido di carbonio durante il suo ciclo vitale. Per questo motivo, una costruzione fatta con materiali ecologici, come il biomattone, non danneggia chi vive l’edificio, anzi, abbassa addirittura i livelli di inquinamento esterno comportando così notevoli risparmi energetici.

L’introduzione dei biomattoni nell’edilizia segnano ufficialmente una grande svolta green nel campo della cementificazione, che ruba terreno e aria pulita. Il biomattone si propone nel mercato immobiliare come alternativa di costruzione che utilizza la parte interna e più legnosa della pianta utile alla realizzazione di un materiale non tossico, senza carbonio ed energicamente efficiente. Infatti, la fibra di canapa, il tessuto che si trova all’interno del suo fusto, da sola o mischiata con altre fibre naturali, può essere utilizzata per produrre pannelli isolanti e fonoassorbenti. Ciò che resta del fusto della canapa, invece, dopo l’estrazione della fibra tessile, può essere impiegato nella preparazione di intonaci o, se mischiato con la calce, per realizzare cappotti isolanti o fonoassorbenti.

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