Extinction neurons: individuate le cellule che fanno rivivere vecchie paure

Un gruppo di neuroscienziati dell’Università del Texas ha individuato gli “extinction neurons” le cellule celebrali che fanno riemergere vecchie paure e brutti ricordi.

Perché a volte i brutti ricordi tornano vividi nella nostra mente? E’ capitato a tutti di trovarsi improvvisamente a rivivere un brutto momento della propria vita. Basta pensare ai traumi dell’infanzia che ogni tanto si rifanno vivi, alla prima delusione amorosa che ancora ci perseguita o al ricordo di quella figuraccia al lavoro che di tanto in tanto ci torna in mente apparentemente senza motivo. In realtà, un motivo esiste e va cercato nell’ippocampo, la parte del cervello deputata alla trasformazione della memoria a breve termine in memoria a lungo termine. Proprio in questa zona, un team di neuroscienziati dell’Università del Texas ha individuato le cellule che fanno riemergere inaspettatamente ricordi paurosi del passato. Queste cellule sono state chiamate “extinction neurons”. Esse sopprimono i ricordi paurosi mentre sono attive, ma possono disattivarsi all’improvviso per motivi che ancora non sono stati del tutto chiariti. Questo black-out sarebbe responsabile della riemersione dei brutti ricordi sopiti e delle paure che sembravano superate.

“Extinction neurons”: le cellule che fanno rivivere le vecchie paure sono nell’ippocampo

Gli autori della scoperta sono rimasti sorpresi soprattutto dal fatto che gli “extinction neurons” si trovano nell’ippocampo e non nell’amigdala, la parte del cervello tradizionalmente associata alla paura. Questa spiegherebbe il motivo per il quale una delle terapie più utilizzate nel curare disturbi derivanti da fobie, la cosiddetta terapia ad esposizione, talvolta fallisce. Questa terapia si basa sulla formazione di nuovi “ricordi positivi” che vanno a sovrascrivere la memoria originale che causa il disturbo: ad esempio far conoscere ad una persona che è stata morsa da un cane molti cani amichevoli e innocui. Questo meccanismo può non funzionare perché l’ippocampo tiene traccia sia del ricordo originale che di quelli nuovi e dunque non può essere mai essere del tutto sovrascritto. Oltre a spiegare i bug della terapia ad esposizione, la scoperta dell’Università del Texas apre le porte a nuove possibilità terapeutiche. I neuroscienziati che hanno scoperto gli “extinction neurons” sono infatti riusciti ad attivare e disattivare artificialmente queste cellule tramite optogenetica, sopprimendo e facendo riemergere in alcune cavie paure indotte poco prima. Questi risultati potrebbero modificare radicalmente lo scenario clinico odierno e portare allo sviluppo di nuove e più efficaci terapie per il trattamento di ansia, fobie e disturbi post traumatici da stress.

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