Barriera Corallina riprodotta in stampa 3D per salvare i coralli in via di estinzione

Grazie ai ricercatori dell’Università di Sidney, i pesci e la fauna potranno tornare a ripopolare l’ecostistema.

Negli ultimi anni, i coralli sono costretti ad affrontare innumerevoli minacce, i loro scheletri, infatti, si stanno dissolvendo per colpa dell’acidificazione degli oceani. Non solo, a danneggiarli ci pensa anche il caldo delle temperature oceaniche che provoca la loro espulsione dalle cellule algali che vivono al loro interno per la produzione di energia. Il risultato è un insignificante e insulso scheletro dal colore bianco.

Fonte: danereef.com
Fonte: danereef.com

Non tutti sanno che i coralli sono davvero fondamentali perché attraggono pesci, ma anche turisti, e sono in grado di proteggere le coste dalle tempeste e dall’erosione. Infatti, la Barriera creata dalla crescita dei coralli funge da muro che attenua l’impatto delle onde riducendo le inondazioni costanti. Nello specifico, le Maldive sono in grave pericolo e, per via dell’estinzione dei coralli, sono particolarmente vulnerabili all’innalzamento del livello del mare; basti pensare che la vetta più alta della nazione sorge a soli 2.4 metri sul livello del mare.

Per tale motivo, è stato posto in essere, da parte dei ricercatori dell’Università di Sidney, un progetto capace di evitare l’ormai accertato disastro: la creazione, con stampa a 3D, delle strutture artificiali della Barriera Corallina.

La ricerca e gli approcci creativi per il restauro delle barriere coralline, infatti, sono un vero e proprio barlume di speranza di fronte alle minacce globali che hanno già distrutto gran parte degli ecosistemi corallini del mondo, come spiega la biologa marina Ulrike Pfreundt, ricercatrice di origini tedesche del Politecnico federale di Zurig:

Il più grande problema attuale per le barriere coralline è il riscaldamento globale e il riscaldamento dei mari che ci ha fatto già perdere metà della grande barriera corallina. Però, ciò che in molti nemmeno sanno, è che la metà degli atomi d’ossigeno presenti nella Terra, in realtà proviene dal mare. Non è complicato trovare i materiali necessari alla nostra struttura 3D, anche utilizziamo semplicemente della sabbia, presente sul luogo. Se dovessimo pensare in grande, potremmo immaginare di costruire centinaia di migliaia di chilometri di nuove barriere“.

Rimpiazzare le porzioni di coralli danneggiati con delle strutture artificiali ottenute attraverso una stampante 3D è indubbiamente un progetto unico, il cui obiettivo è che queste strutture sintetiche costituiscano la struttura di base su cui i polipi possano a tornare a costruire il reef.

Per realizzare le stampe i ricercatori sono partiti dalla mappatura della Barriera. In questo modo, i campioni stampati saranno in tutto e per tutto uguali ai coralli mancanti.

Creando i pezzi mancanti, inoltre, si offrirà ai pesci e alla fauna marina la possibilità di tornare a ripopolare quell’ecosistema.

I ricercatori, inoltre, hanno annunciato che l’estensione dell’operazione dipenderà dai fondi che varranno raccolti. Al momento è in corso un programma pilota, da costo di circa 150mila dollari. Gli studiosi si dicono fiduciosi di riuscire a piantare alcuni coralli già quest’anno, dopo aver testato la resistenza delle strutture realizzate.

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