Interceptor: la barriera per rimuovere la plastica dai fiumi

Intercettare e rimuovere la plastica dai fiumi prima che finisca in mare: è questa la mission di Interceptor, la nuova barriera anti-inquinamento ideata da Boyan Slat.

La plastica è uno elementi che maggiormente nuoce alla salute degli Oceani del nostro Pianeta. Secondo un recente studio del WWF, ogni anno almeno 8 milioni di tonnellate di plastica finiscono in mare e si stima che via siano più di 150 milioni di tonnellate di plastica dispersa negli oceani tutto il mondo. La maggior parte della plastica che si riversa in mare proviene dai fiumi. I corsi d’acqua sono le principali arterie degli agenti inquinanti e trasportano ogni anno una quantità di rifiuti che oscilla tra 0,8 e 2,7 milioni di tonnellate. Per impedire che tutto questo arrivi in mare – dove è molto difficile e costoso raccogliere i rifiuti – la startup The Ocean Clean Up ha pensato di “intervenire a monte”. L’idea è semplice: intercettare e rimuovere la plastica dai fiumi prima che finisca in mare. Per mettere in pratica quest’intuizione, gli ingegneri della startup hanno ideato e sviluppato Interceptor, una barriera in grado di raccogliere 50mila chilogrammi di rifiuti al giorno. “Per liberare veramente gli oceani della plastica – ha dichiarato Boyan Slat, founder della startup The Ocean Clean Up – dobbiamo sia rimuovere quella già presente che chiudere il rubinetto, evitando che altra plastica raggiunga gli oceani. Per farlo combineremo la nostra tecnologia di pulizia dell’oceano con Interceptor, ora esistono le soluzioni per risolvere entrambi i lati dell’equazione”.

 

Interceptor: una barriera “intelligente” contro la plastica nei fiumi

Interceptor è un macchinario dalle dimensioni imponenti con un aspetto simile ad un catamarano. La struttura è ancorata al fondo del fiume e sfrutta il flusso naturale della corrente per intercettare la plastica, sia quella galleggiante che quella sommersa. I rifiuti vengono raccolti e incanalati verso un nastro trasportatore presente all’interno della barriera. Qui i materiali vengono smistati in sei cassonetti che, grazie a dei sensori, vengono automaticamente riempiti fino all’orlo. Una volta raggiunta la soglia di immagazzinamento, pari a 50 m³ di rifiuti, Interceptor si arresta automaticamente e deve essere svuotato prima di tornare in funzione. Questo è l’unico intervento umano: la barriera anti-inquinamento è stata progettata per funzionare in completa autonomia ed è alimentata al 100% da energia solare. Interceptor è stato presentato a Rotterdam il 26 ottobre e, al momento, ne esistono 4 “esemplari”. Due sono già in funzione a Jakarta (Indonesia) e Klang (Malesia), un terzo sta per essere installato nel Delta del Mekong (Vietnam) mentre il quarto è destinato a ripulire le acque fluviali di Santo Domingo (Repubblica Dominicana).

 

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