Parlare può diffondere il coronavirus? I laser ci aiutano a capirlo

La tecnica di laser scattering permette di osservare le goccioline prodotte parlando ed evidenzia l’utilità della mascherina nella lotta contro la pandemia da coronavirus


Il mondo combatte la pandemia causata dal virus SARS-CoV-2 e molte nazioni sono pronte ad attuare i piani di ripartenza. L’attenzione sarà principalmente posta su come limitare la diffusione del virus. Un precedente studio finlandese ha già simulato la diffusione del virus in seguito ad un colpo di tosse in ambiente chiuso. Un nuovo studio, presentato sulla rivista The New England Journal of Medicine, ha mostrato invece la differenza tra parlare con e senza la mascherina.

I ricercatori del National Institutes of Health, Bethesda, e Perelman School of Medicine della University of Pennsylvania, Philadelphia, hanno usato una tecnica che si chiama laser light scattering. La procedura è utilizzata per osservare la distribuzione di particelle piccolissime nello spazio, proprio come le particelle di saliva espulse mentre si parla. Il test è stato condotto con una persona che ha ripetuto la frase “stay healty” (riguardati) con toni di voce diversi, senza e con la mascherina.

Emissioni di goccioline mentre una persona dice “Stay Healthy.”

Il video mostra che, quando una persona parla senza mascherina, si producono molte gocce tra 20 e 500 micrometri di diametro. Ogni goccia produce un flash verde nel video. L’intensità del flash indica la dimensione della particella e quanto tempo persiste nell’area. Le tre frasi pronunciate senza mascherina producono uno schema simile di particelle generate, con un aumento del numero di goccioline corrispondente all’aumento del tono di voce. Quando la frase viene detta con una mascherina sulla bocca del ricercatore, il numero di particelle prodotte crolla diventando non rilevabile dalla strumentazione.

I ricercatori hanno osservato anche che il numero di particelle emesse mentre si parla è inferiore rispetto al numero prodotto con un colpo di tosse o uno starnuto. I risultati non dimostrano il ruolo dell’areosolo prodotto nella trasmissione del virus. Lo studio tuttavia descrive quantitativamente l’effetto delle mascherine nella dispersione delle goccioline e fornisce un ulteriore informazione agli scenziati per affrontare al meglio il futuro periodo di convivenza col nuovo coronavirus.

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