La nuova plastica per reti da pesca si degrada con la luce UV

Il nuovo polimero si degrada se esposto ai raggi UV del sole e può risolvere il problema dell’inquinamento marino causato dal materiale da pesca abbandonato

Una delle maggiori cause dell’inquinamento dei mari è l’attività ittica. Ogni giorni, migliaia di metri quadri di reti da pesca vengono abbandonate nel mare aperto causando grandi danni alla fauna. Le cause sono molteplici, dalle forti mareggiate che rendono impossibile il recupero del materiale, alle imbarcazioni illegali, che scaricano in mare le reti per evitare sanzioni più elevate.

Un team di ricerca dell’Università di Cornell, guidati dal Prof. Geoffrey Coates, sta studiando un materiale innovativo che potrebbe risolvere il problema. I risutlati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista JACS. La ricerca si è concentrata su un particolare polimero, l’ossido di polipropilene isotattico (iPPO). Il materiale è risultato sensibile ai raggi UV del sole, riducendo la lunghezza delle catene delle fibre di un quarto dopo 30 giorni di esposizione.

La ricerca si concentrerà quindi sull’utilizzo dell’iPPO insieme ai materiali comunemente utilizzati, come il polietilene ad alta densità ed il nylon-6,6. I ricercatori sperano così di riuscire a produrre una nuova fibra degradabile che mantenga le stesse proprietà meccaniche delle fibre attuali. Raggiungere quest’obiettivo potrebbe fornire un grande aiuto e risolvere il problema dell’inquinamento causato dalle reti da pesca.

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