LLLT Laser, il cappello di Xiaomi contro la calvizia

Una soluzione al problema della calvizia arriva dalla Cina, più precisamente dalla nota azienda Xiaomi.

Questa infatti ha lanciato un cappello contro la calvizia, un dispositivo sviluppato dall’azienda partner Cosbeauty, la quale ha dichiarato che i capelli tornerebbero a crescere più sani e forti in 12 settimane.

Il cappello è un casco di 81 raggi di luce laser che consentono di ottenere una copertura completa del cuoio capelluto. Prende il nome di LLLT Laser Cap e sfrutta una metodologia già vista ma mai per una soluzione fai da te. La calotta infatti stimola i bulbi piliferi attraverso il laser per far ricrescere i capelli.

I follicoli piliferi umani sono suddivisi in una fase di crescita, una fase degenerativa e una fase di riposo. Il laser può raggiungere con precisione le radici dei follicoli piliferi e attivarli per riportarli nella fase di crescita sana. Cosa importa, il laser agisce principalmente su bulbi piliferi vitali e non cicatrizzati.

Xiaomi ha pensato anche al design, il casco è studiato per scomparire sotto un berretto, quest’ultimo compreso nella confezione insieme ad una lozione che nutre il cuoio capelluto, da applicare prima del trattamento. La calotta pesa 210 grammi e si ricarica comodamente con un cavo USB.

Secondo un’indagine condotta dalla China Health Commission, il numero di persone che soffre di perdita di capelli in Cina ha superato i 250 milioni. Si tratta di 1 persona su 6. Ecco perchè l’invenzione del cappello. 

Il dispositivo sarà in vendita a poco meno di 200 dollari a partire dal prossimo maggio.

Come abbiamo già detto, l’utilizzo del laser per il trattamento della calvizie non è una novità ma il modo in cui viene proposto può fornire una comoda soluzione. 

 

fonte video: xiaomi life

Il cappello seppure proposto dalla Xiaomi è il risultato dell’impegno di esperti di diverse università, (Shenzhen, Wisconsin-Madison e Università di Scienze e Tecnologie Elettroniche della Cina). Inoltre ha ottenuto la certificazione da parte della CFDA (associazione di categoria senza scopo di lucro a cui sono affiliati oltre 450 stilisti statunitensi) e dell’FDA (l’agenzia americana per gli alimenti e i medicinali che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici).

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