Le cellule staminali incapsulate curaro i danni da infarto

Sudip Mukherjee, ricercatore presso la Rice University, mostra una fiala di capsule caricate con cellule staminali. Foto di Jeff Fitlow/Rice University

Il rivestimento in idrogel biocompatibile evita il rigetto del corpo e permette di curare il danno fino a 2,5 volte più velocemente del solito

Gli attacchi cardiaci sono comuni e spesso letali. Anche in caso di sopravvivenza, i pazienti rimangono limitati durante la loro vita a causa di restrizioni sugli sforzi fisici. Le restrizioni sono dovute alla presenza di danni all’organo che difficilmente guariscono del tutto. Questa condizione clinica rende l’infarto una patologia altamente invalidante. Una nuova cura potrebbe essere appena stata scoperta da alcuni ricercatori della Rice University e del Baylor College of Medicine. I risultati sono stati pubblicati sul giornale Biomaterials Science.

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La terapia è a base di cellule staminali. Le staminali sono già state usate per riparare diversi tessuti del corpo umano. Tuttavia, tentativi di cura nel passato specifici per il cuore hanno dato risultati negativi. Le cellule staminali infatti venivano riconosciute dal sistema immunitario come agenti esterni, quindi attaccate e respinte. La nuova ricerca sfrutta invece delle capsule idrogel estratto dalle alghe brune, al cui interno sono inserite le cellule staminali. La composizione biologica dell’idrogel fa sì che le sfere non vengano attaccate dal sistema immunitario.

Un flaconcino di capsule caricate con cellule staminali ideato per riparare i danni causati da attacchi di cuore. Foto di Jeff Fitlow/Rice University.

I primi test effettuati sui roditori hanno mostrato l’efficacia del metodo. Gli animali curati con queste capsule hanno mostrato una velocità di guarigione 2,5 volte maggiore rispetto agli esemplari guariti da soli. La nuova metodologia non è ancora stata testata sull’uomo ma i ricercatori sono fiduciosi sulla riuscita positiva dei test futuri. Tecnologie a base di capsule infatti sono state già testate, come nella cura di malattie croniche in diverse università ed ospedali, dando ottimi risultati. I precedenti simili, uniti ai risultati sui roditori fanno ben sperare su un futuro utilizzo della cura per infarti sull’uomo molto presto.

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