Nuovo batterio elettroattivo per il trattamento delle acque reflue

Desulfuromonas acetexigens su un elettrodo metallico. Fonte: KAUST.

Il batterio riesce a produrre una corrente di 9 ampere in 20 ore e permette di alimentare sistemi elettrochimici per il trattamento delle acque

Desulfuromonas acetexigens è il nome del nuovo batterio elettroattivo. Una scoperta definita rivoluzionaria dagli autori dello studio. Lo studio è stato effettuato da un gruppo di ricerca del KAUST, King Abdullah University of Science and Technology, centro d’eccellenza dell’Arabia Saudita. La ricerca pone le basi per una svolta nella tecnologia legata al trattamento delle acque reflue. I batteri elettroattivi sono una specie particolare di organismi in grado di trasferire elettroni da un materiale solido al di fuori delle loro cellule.

Un metodo di trattamento delle acque reflue prevede l’utilizzo di elettricità per andare a distruggere le specie chimiche inquinanti. La parte difficile tuttavia è il passaggio degli elettroni dall’elettrodo metallico alla soluzione in maniera efficiente. Il desulfuromonas acetexigens riesce nell’impresa, producendo una corrente di 9 ampere in 20 ore. Il nuovo batterio produce il doppio della densità di corrente in un terzo del tempo, cresce facilmente sulle superfici metalliche e non ha bisogno di essere alimentato con idrogeno o altri composti costosi.

I ricercatori stanno cercando di sfruttare subito la loro scoperta. L’obiettivo è la creazione di un reattore a cella di elettrolisi microbica altamente efficiente. Il sistema potrebbe recuperare l’idrogeno gassoso come energia ed essere collegato a dei pannelli solari integrati. Gli autori dello studio, pubblicato su Water Research, credono che sia possibile ottenere un impianto ad energia neutrale o addirittura positiva, riuscendo cioè a produrre più energia di quella richiesta per far funzionare l’impianto.

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