Oltre il green screen: gli ambienti virtuali dai VFX diventano “reali”

Nel retroscena di ogni effetto visivo o speciale che sia, presente in un film, fino ad ora probabilmente, nel vostro immaginario c’è il famoso schermo verde…o blu.

In questo settore così ampio, talvolta anche il settore dei videogiochi ha fornito il proprio contributo e nell’ultimo periodo tale contributo è stato particolarmente significante.
Immaginate che l’attore debba trovarsi in un ambiente che, per esistere, richieda un’intensa ricostruzione mediante l’uso del nostro caro schermo verde. Ciò è del tutto possibile. Ma riuscireste ad immaginare che
quell’ambiente sia per davvero circostante, che esista fisicamente, nell’area della scena? Anche questo è diventato possibile.

Ed è grazie al potente ed ultra-realistico Unreal Engine ed al know how di ILM (Industrial Light and Magic), che è stato possibile impiegare la tecnica usata per creare gli ambienti nei videogiochi, anche per gli scopi di un set cinematografico; in questo caso, per creare i luoghi di “Star Wars: the
Mandalorian” e usare in tempo reale quel che era in origine un motore di gioco.
Pannelli LED ad alta risoluzione che costituiscono un enorme volume (6.40m alto e 23 il diametro) dentro il quale si combina il set fisico, avendo quindi due piani della scena, quello fisico e reale e quello virtuale retrostante, che si aggancia per dare la prospettiva; la parete LED è inoltre dinamica ai movimenti della camera (generando in modo naturale il cosiddetto effetto di parallasse), alla scena da creare (che può passare da un ambiente all’altro instantaneamente, oltre alla possibilità di manipolare tutti gli elementi di quest’ultimo come il dislivello di montagne, le rocce ecc., senza quindi dover riallestire un nuovo set come avviene con lo schermo verde) ed infine viene garantita un’ illuminazione ed un riflesso naturale sul set fisico grazie alla parete LED, tale da avere un’economizzazione del tempo delle riprese mai vista prima d’ora e limitare il lavoro in post-produzione solo al livellamento delle lievi differenze di colori dei due set (fisico e virtuale con LED) qualora entrambi siano visibili nella composizione della scena, oltre ad impostare preventivamente i giusti settaggi di ripresa per evitare il tipico effetto moire, mentre si cattura in video uno schermo.
Se il workflow tradizionale era RIPRESE – MONTAGGIO – VFX (effetti visivi), ora avremo VFX – RIPRESE – MONTAGGIO e grazie a questa innovazione, i creativi possono guardare in tempo reale, durante la fase di pre-produzione, il risultato finale dell’immagine filmica ed essere aiutati nelle scelte ideali. Insomma, con il set virtuale, si entra in un successivo livello del realismo, che rappresenta un cambio di gioco per i registi e filmmaker abituati a vecchie tradizioni riguardo i VFX.
Chiaramente, alcune scene più estreme, richiedono l’inevitabile impiego dello schermo verde, per avere così una gestione dialettica tra queste due tecnologie che possono essere combinate con ulteriori elementi di tipo CGI, per arricchire ancor di più la scena, ora di personaggi virtuali, ora di oggetti. Ancora una volta, grazie a tale innovazione, il franchise di Star Wars è inserito sulla prima linea di sviluppo degli effetti speciali. Certo però, adesso gli interpreti dovrebbero stare attenti a non squarciare la
parete LED con una spada laser!

Autore:Francesco Carleo

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