Due inventori inglesi hanno brevettato un sensore in grado di rilevare il respiro di chi lo indossa e inviare questo “bacio” ad un altro dispositivo connesso in remoto
Possiamo inviare (o ricevere) un bacio attraverso lo smartphone? E’ questa la domanda che ognuno di noi, almeno una volta nella vita, si è fatto sperando di riuscire a trovare un modo per abbattere la distanza che separa dalla persona amata. Oggi, forse, Justin Philip Pisani e Simon Robert Gordon hanno trovato una risposta. I due inventori inglesi hanno depositato il brevetto di un sensore indossabile in grado di rilevare il soffio o il respiro di chi lo indossa e trasmettere questi “dati” ad un altro dispositivo connesso in remoto. Il nome del brevetto è “Greeting gesture device” ed è stato depositato nella categoria G (codice identificativo: GB2544257A). Il sistema di traduzione è composto da array di sensori estensibili basati su filati e da un circuito stampato senza fili. Questi chip sono in grado di rilevare il respiro e trasmetterlo (sotto forma di segnali elettrici) a una piccola centralina. Il passo successivo è l’invio wireless degli impulsi ad uno smartphone che riesce a convertire i segnali elettrici in parole e frasi. Il sistema offre un’elevata sensibilità e un tempo di risposta molto rapido, consentendo una traduzione in tempo reale. I primi test hanno dimostrato che i sensori sono in grado di codificare e decodificare il soffio in 1 secondo, con una percentuale di accuratezza superiore al 98%. Il trasferimento del messaggio viene avviato direttamente dal sensore indossabile. Ad esempio, l’invio può essere attivato da un movimento della mano, dalla pressione di un pulsante o dal tocco dello schermo del sensore. Ovviamente, il messaggio può essere modificato o personalizzato prima dell’invio. Il dispositivo messo a punto dagli inventori inglesi può essere dotato anche di un sensore di temperatura, un accelerometro e un meccanismo di ricezione che avvisa l’utente quando l’utente riceve un messaggio.
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Il bacio diventa digitale con “Greeting gesture device”
Il sensore è stato progettato per abbattere le distanze che spesso separano parenti, fidanzati o semplici amici e rendere più “affettuosi” i messaggi che inviamo e riceviamo sullo smartphone. Ma non solo. Questo dispositivo potrebbe essere utile anche per rendere più accessibili gli assistenti virtuali. Questi dispositivi sono ormai una presenza fissa sugli smartphone, nelle auto e nelle case di milioni di persone in tutto il Mondo. Alexa di Amazon, Siri di Apple o Google Assistant aiutano a svolgere le mansioni più svariate, dall’impostazione di un timer per il forno all’acquisto di prodotti per la casa. Gli assistenti virtuali strumenti si attivano non appena “sentono” una frase ma, spesso, non riescono a “comprendere” le parole pronunciate da chi ha difficoltà a parlare. Ed è qui che entra in gioco il brevetto di Justin Philip Pisani e Simon Robert Gordon. Riuscendo a tradurre in testo anche un semplice soffio, il sensore progettato dai due inglesi potrebbe facilitare la comunicazione con gli assistenti virtuali in tutti quei casi nei quali l’utente non riesce a parlare bene. La speranza è che questo dispositivo indossabile apra le porte ad un modo più semplice, diretto e intuitivo di comunicare semplificando la vita anche degli innamorati a distanza ma anche delle persone con problemi linguistici.
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