L’unione dei gusci di granchio e alghe marine per produrre una fibra sostenibile

Il nuovo prodotto filato è prodotto da due risorse marine rinnovabili ed è un materiale promettente peer applicazioni avanzate nel tessile e nella medicina

L’impatto ecologico sul modo di lavorare e fare ricerca sta entrando anche nel campo dei filati e della moda. I ricercatori dell’Università di Aalto, dell’Università di San Paolo e dell’Università della British Columbia hanno dato il loro contributo creando una nuova fibra sostenibile, robusta e con proprietà antimicrobiche. I materiali di partenza derivano da risorse sostenibili, la chitina presente nei residui di gusci di granchio blu e l’alginato presente nelle alghe marine.

La combinazione dei due polisaccaridi sottoforma di nanoparticelle produce un materiale che mantiene le due proprietà originali dei componenti base, la forza della chitina e la flessibilità dell’alginato. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista ACS Sustainable Chemistry & Engineering e riportano come la variazione delle concentrazioni, delle dimensioni delle nanoparticelle o di altri parametri influenzino le proprietà fiano.

Le fibre formano sulla superficie di contatto delle due soluzioni, con l’alginato che avvolge le nanoparticelle di chitina, producendo delle microfibre che si dispongono parallelamente durante la filatura. Il processo di filatura (di laboratorio) è del tutto simile alla produzione dei nylon. La forte interazione nelle fibrille è garantita dalla carica opposta dell’algilina e della chitina.

I ricercatori pensano che la loro fibra abbia un grande potenzialmente come materiale chilurgico per le suture o come nastri per i tessuti interni. Ulteriori utilizzi potrebbero riguardare reti e tamponi per la pelle, cura di ferite o trattamento di ustioni, dato che la chitina è antimicrobica. Il prossimo passo sarà la messa a punto di un metodo di produzione per grandi quantità. I ricercatori hanno già dimostrato che è possibile produrre dei fili in modo continuo, ora si dovrà passare dalla scala di laboratorio a volumi di produzioni ben più grandi.

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