Voyager Station è il nome del primo hotel di lusso che verrà costruito nello spazio dalla Orbital Assembly Company: sarà operativo entro il 2027
Avete voglia di passare le vacanze le vacanze di Natale nello spazio? A partire dal 2027 sarà possibile: lo assicura la Orbital Assembly. Si tratta di una società di ingegneria aerospaziale che ha da poco annunciato la costruzione di una grande stazione orbitale che sarà adibita all’accoglienza di turisti e viaggiatori “spaziali”. La struttura sarà operativa nel giro di 5 o 6 anni e somiglierà in tutto e per tutto ad un hotel di lusso terrestre. Ci saranno bar, ristoranti, stanze private, palestre e perfino una sala concerti. La Voyager Station – questo è il nome scelto per l’ambizioso progetto – avrà una superficie abitabile di oltre 12 mila metri quadrati e potrà ospitare fino a quattrocento persone contemporaneamente. All’interno dell’hotel spaziale ci sarà una gravità artificiale pari ad 1/6 di quella terrestre: gli ospiti si sentiranno più leggeri e potranno concedersi qualche piacere di gola in più senza temere (almeno fino al rientro sulla terra) la bilancia!
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La Orbital Assembly costruirà il primo hotel di lusso nello spazio
I primi test per verificare l’effettiva attuabilità del progetto saranno condotti attraverso modelli in scala della Voyager Station. In particolare, sarà messa alla prova la forza di gravità artificiale all’interno della struttura: l’attrazione sarà generata attraverso la rotazione della struttura su se stessa. Non è ancora chiaro come saranno scelti gli ospiti né tanto meno sono stati illustrati i dettagli dell’intera operazione. Quel che è certo è che si tratta di un progetto estremamente ambizioso, quasi fantascientifico. La Orbital Assembly Company ha già raccolto più di un milione di dollari in finanziamenti e secondo John Blincow – fondatore della società di ingegneria aerospaziale – la Voyager Station dovrebbe essere operativa entro il 2027. Blincow è certo che il primo hotel di lusso nello spazio diventerà presto realtà e ha definito questo progetto “l’inizio di una nuova rivoluzione industriale”. Sarà davvero così?
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