Coronavirus, anche in Italia l’app per il tracciamento: si chiamerà Immuni

Il commissario straordinario per l’emergenza Coronavirus Arcuri ha firmato l’ordinanza che dà il via libera ad Immuni, l’app di tracciamento sviluppata da Bending Spoon.

L’Italia si prepara alla Fase 2. Ormai da diversi giorni, il governo italiano è al lavoro per organizzare, definire e ottimizzare la riapertura delle attività produttive e il ritorno (si spera) alla normalità dopo il lockdown imposto dall’emergenza Coronavirus. Un passo avanti molto importante è stato compiuto giovedì 16 aprile. Nella tarda serata, il commissario straordinario per l’emergenza Domenica Arcuri ha firmato un’ordinanza che dispone la stipula del contratto di cessione gratuita della licenza d’uso del software di tracciamento Immuni. Si tratta di un app sviluppata dalla software house milanese Bending Spoons per il tracciamento (contact tracing) necessaria a tenere sotto controllo la diffusione del Coronavirus a partire dal prossimo 4 maggio. L’app Immuni non sarà obbligatoria: soltanto chi vorrà usarla potrà scaricarla gratuitamente dagli store Android o IOS.

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I fondatori di Bending Spoons, la società che ha sviluppato l’app Immuni

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Come funziona Immuni: l’app per il tracciamento contro il Coronavirus

L’app – selezionata da un gruppo di esperti nominati dal Ministro dell’Innovazione – assolverà due funzioni principali. In primo luogo, Immuni permetterà di avere un capillare tracciamento dei contatti che sfrutta la tecnologia Bluetooth. Il sistema rileva quando due smartphone si avvicinano a meno di 1 metro di distanza e tiene traccia di tutti i contatti. In questo modo, se una persona risulta positiva al Coronavirus, è possibile ricostruire tutti i suoi contatti e rintracciare i potenziali contagiati. Il tutto in totale anonimato: una volta scaricata, infatti, la app Immuni registra i contatti sotto forma di codici identificativi crittografati. La seconda funzione di Immuni è una sorta di “diario clinico” dove ogni cittadino potrà inserire una serie di informazioni rilevanti (sesso, età, malattie pregresse, assunzione di farmaci) e annotare eventuali sintomi o cambiamenti sullo stato di salute. L’app sarà “un pilastro importante nella gestione della fase successiva dell’emergenza”, ha spiegato il commissario Arcuri. Il Commissario ha poi chiarito che, prima di rendere disponibile l’app, verrà avviata una sperimentazione in alcune regioni pilota “per progressivamente estendere la facoltà volontaria, ma speriamo massiccia dei nostri cittadini a sopportare e supportare questo sistema che ci serve a evitare che si possa replicare la drammatica fase precedente”.

 

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