Coronavirus: i rischi in metropolitana con o senza mascherina

MSC Software ha sviluppato una simulazione 3D dei rischi di infezione da coronavirus in un vagone della metropolitana con e senza mascherina.

Ci sono domande che attanagliano i pendolari di tutto il mondo dopo la fine del blocco del Coronavirus. È sicuro viaggiare con i mezzi pubblici? Quali sono i rischi di infezione a bordo di un autobus o in un vagone della metropolitana? La risposta viene dalla scienza. MSC Software – una società americana specializzata nell’elaborazione dei dati e nel rendering tridimensionale – ha creato una simulazione che mostra la propagazione del coronavirus all’interno di un vagone della metropolitana. Lo studio è stato coordinato da un team di virologi e ricercatori dell’Università di Leicester. La simulazione è molto accurata e confronta i rischi con o senza la mascherina. Naturalmente, la probabilità di infezione è molto più alta quando gli utenti non indossano la mascherina e non rispettano il distanziamento sociale.

Coronavirus: i rischi in metropolitana

Uno degli autori della ricerca – il virologo Julian Tang dell’Università di Leicester – ha spiegato che “le goccioline prodotte quando si parla non raggiungono la distanza di quelle che escono quando si tossisce o si starnutisce. Ma sono comunque pericolose e possono investire le persone sedute davanti a noi se non indossiamo una maschera”. Non è la prima volta che si sviluppa una simulazione dei rischi di infezione da coronavirus. Il mese scorso, i ricercatori dell’Università di Aalto, dell’Istituto meteorologico finlandese, del VTT Technical Research Centre of Finland e dell’Università di Helsinki hanno simulato la diffusione delle particelle di aerosol emesse dopo la tosse. L’ambiente nel modello è uno spazio chiuso, simile alle corsie tra gli scaffali di un supermercato. Gruppi dell’Università di Aalto, del Centro di ricerca tecnica finlandese VTT e dell’Istituto meteorologico finlandese hanno condotto studi indipendenti. I risultati preliminari sono gli stessi nei tre casi, il che dà grande valore alla veridicità della ricerca. La simulazione mostra che la nube espulsa dalla bocca rimane nelle immediate vicinanze del malato e si disperde nei minuti successivi. Tuttavia, il processo dura diversi minuti. I risultati suggeriscono che il virus espulso può rimanere in sospensione nell’aria anche dopo che il paziente se ne è andato.

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