Se il vostro incubo peggiore è quello di non poter nascondere le vostre emozioni, abbiamo brutte notizie.
Arriva infatti dal MIT, il Massachussets Institute of Technology di Boston, EQ-Radio. Un aggeggino piccolo e apparentemente innocuo, che però ha la capacità di rilevare le più impercettibili variazioni del vostro ritmo cardiaco e respiratorio. Il risultato? Immagazzinando dati su dati e dando un profilo preciso, riesce a determinare il vostro stato emozionale.
Siete tristi, felici, eccitati, arrabbiati o semplicemente indifferenti? Non sarà un segreto ancora per molto. EQ-Radio ha l’87% di possibilità di matchare il vostro mood, il vostro status emotivo. Il tutto grazie a delle semplici onde in wireless, capaci di rilevare le più piccole variazioni dei vostri ritmi senza l’ausilio, spesso proibitivo, di sensori o altri accessori. n sistema diverso da quello già testato dalla Microsoft con Emotional API, col quale si effettuava una sorta di mappatura dei movimenti muscolari del viso per carpire informazioni sullo stato d’animo del soggetto. In questo caso però non sono previsti calcoli su azioni meccaniche esterne, che, secondo Microsoft, raggiungono una precisione anche del 70%. Meno comunque dell’attuale progetto, per il quale basterà semplicemente puntare l’apparecchio verso una cavia ed il gioco è fatto.
Autori dell’innovativo progetto sono Mingmin Zhao, dottorando del MIT, il professore associato dell’istituto americano Fadel Adib e la docente nonché project leader di EQ-Radio, Dina Katabi, già direttrice del MIT Computer Science & Artificial Intelligence Lab (CSAIL).
Ma come funziona nello specifico? La capacità del radar di emozioni sta nell’immagazzinare informazioni riguardo la frequenza di scambio di segnali nell’ordine di frazioni millesimali di secondo, come ad esempio l’apertura e la chiusura delle valvole cardiache. Uno strumento adatto quindi non solo per rilevare variazioni nell’umore ma anche per delle vere e proprie indagini mediche, nel calcolare eventuali aritmie o anomalie cardiache.
Altri utilizzi? Da Boston fanno sapere che al momento si stanno vagliando le più diverse opzioni. Una di queste potrebbe rientrare nel campo della pubblicità. Cosa accadrebbe se sapessimo in anticipo se un’immagine o uno spot provochi rabbia, tristezza, felicità o più semplicemente il nulla? Ancora oltre: cosa se accadrebbe durante un incontro d’affari?
Le domande sono lecite, ecco perché già si rumoreggia su possibili limitazioni o regolamentazione dell’uso del sensore radio, utilizzabile solo in ambiti in cui non venga lesa la privacy.