Il rover si appresta ad un viaggio di 1,6 km e la NASA permette a chiunque di modificare il programma di Intelligenza Artificiale che gestirà la guida autonoma del robot
Il rover Curiosity, uno dei robot presenti sulla superfice di Marte, si appresta ad una nuova avventura. Curiosity è atterrato sul pianeta rosso ad agosto 2012 con un programma di esplorazione ed indagine di 3 anni. Ad oggi, gli ingegneri della NASA sono riusciti a mantenere attivo il rover, triplicando la durata originale della missione ma non si accontentano. La prossima missione prevede un viaggio di un kilometro e mezzo per raggiungere il monte Sharp, una montagna di sedimenti solfurici alta ben 5 km e posta al centro del cratere Gale. Il luogo è molto interessante perché potrebbe permettere agli scienziati di capire se e quando si hanno avuto su Marte condizioni di umidità e temperatura idonee alla formazione della vita.
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A causa della distanza tra Marte e la Terra ed il ritardo con cui i dati vengono ricevuti (circa 20 minuti tra andata e ritorno), Curiosity non può essere guidato in tempo reale ma ha bisogno di una lunga serie di comandi preimpostati. La procedura è adatta per spostamenti di pochi metri ed è stata usata fino ad oggi con successo. Cosa succede invece se il rover deve percorrere una distanza maggiore? Imporre la rotta a priori è inverosimile, poiché non è possibile prevedere tutti gli ostacoli presenti sul terreno che possono danneggiare irreversibilmente ruote, sospensioni o strumenti del rover. La NASA quindi ha cambiato approccio e ha deciso di affiancare l’Intelligenza Artificiale ai piloti da remoto.

Il progetto “ai4mars” è il primo dataset per la navigazione-classificazione open source operante su Marte. In pratica, la NASA ha reso disponibile il codice madre del programma di guida autonoma del rover ed invita chiunque sia esperto di programmazione a contribuire con modifiche ed osservazioni (tutte le informazioni sono disponibili sul sito zoonivers.org). Il programma di guida è basato su un algoritmo di machine learning, si adatta guindi col passare del tempo alle diverse avversità che affronta. L’algoritmo deve permettere a Curiosity di riconoscere gli ostacoli ed evitarli minimizzando i rischi. Questo approccio innovativo può rivoluzionare le future operazioni di esplorazione sulle superfici extraterrestri permettendo l’invio di rover su pianeti o lune ancora più lontane in tutta sicurezza ed autonomia.