Una start up scozzese ha creato dei mattoni ecologici fatti quasi interamente di scarti e che non necessitano della cottura, facendo risparmare anche energia
I mattoni sono un elemento fondamentale dell’edilizia ormai da decenni. Purtroppo non sono ecologici e creano non pochi problemi al momento dello smaltimento. Per provare a fornire un’alternativa ai mattoni comuni, un gruppo di ingegneri della Heriot-Watt University hanno creato una start up. Nel 2009 nasce Kenoteq, gestita da Gabriela Medero e Sam Chapman, rispettivamente ingegnere civile e professore di Geotecnica e Ingegneria Geoambientale.
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Dal lavoro dei ricercatori in Kenoteq nasce il mattone ecosostenibile K-Briq. Il nuovo mattone è formato al 90% di scarti e rifiuti provenienti da operazioni di demolizione. I materiali inoltre non devono subire un processo di cottura in forno per indurirsi. L’assenza delle alte temperature permette anche di risparmiare molta energia ed avere un impatto anche nella riduzione delle emissioni di CO2. Il nuovo processo di produzione permette anche di ottenere i mattoni in colori differenti, accontentando anche l’aspetto estetico.

La start up è impegnata nell’utilizzo di K-Briq in progetti reali. Un primo test vedrà i nuovi mattoni impiegati dallo studio di architettura del Sud Africa Counterspace. I mattoni serviranno per costruire il Serpentine Pavillon nell’ambito di un esperimento sociale di integrazione dei migranti a Londra. La costruzione utilizzerà anche un altro materiale innovativo nell’ambito edilizio, il sughero, al posto del legno, per rendere l’edificio ancora più ecosostenibile e green.