È legittimo per ogni possessore di automobile, specialmente se impegnato nel trasporto di bambini, anziani o disabili, preoccuparsi dell’affidabilità derivante dalle nuove tecnologie e in particolare dall’emergente IoT (Internet of Things), che sembra avviarsi fruttuosamente in una nuova dimensione con il settore automobilistico: l’Internet of Cars.
A quanto pare l’incognita sulla sicurezza relativa alle connected car si sta progressivamente dissolvendo, soprattutto con il bagliore positivo delle tecnologie DLT, dove sicurezza dei dati e privacy sono caratteristiche intrinseche al principio di funzionamento della tecnologia stessa.
Questo ci induce a pensare che l’innovazione tecnologica in campo automobilistico possa davvero permetterci di ottimizzare il nostro tempo e per di più ridurre le spese di gestione e di servizio. In quella è che una rete, un network esteso di sensori, antenne, embedded software e sistemi di navigazione incorporati dalle automobili del presente e del futuro, il modello DLT memorizza, dunque trasporta i dati, in una rete decentralizzata di computer e server; non a caso è un modello impiegato per gestire massicce quantità di dati,
dimostrandosi un valido e resistente baluardo agli attacchi e quindi a eventuali manipolazioni per fini commerciali e di violazione della privacy.
L’Internet of Cars sulle nostre strade
Attualmente, nel parco circolante, è già presente l’Internet of Cars, ma in una forma limitata a servizi banali come applicazioni musicali o metereologiche e limitata anche sul piano quantitativo delle unità-vettura. Ma quest’ultimo aumenta con notevoli progressi, tale da poter creare in futuro una condizione per cui, lungo un’autostrada, diverse vetture in fila
tra loro o dislocate in mezzo al traffico, avranno la possibilità di monitorare lo stato delle “compagne super connesse”, le une con le altre e segnalare anticipatamente un’eventuale incidente o anomalia da una o più vetture successive alla nostra.
Un processo che richiede immediatezza ma anche accuratezza, in una complessità computazionale non da poco, tale da renderla ancora un’utopia, in un contesto qual è il traffico urbano di Napoli ad esempio, dove miliardi di contatti e transazioni si verificherebbero in meno di 24 ore. Quindi non solo connessioni statiche che consentono una comunicazione tra auto ma anche la possibilità di effettuare ordini e transazioni.
Più transazioni con meno tempo e denaro?
In effetti il DLT ha un suo costo, che nell’applicazione in campo automobilistico, dovrebbe essere enormemente smorzato in relazione a velocità, sicurezza e facilità di adattamento, nella rete che si va a definire di volta in volta, per rendere questo avveniristico set di comfort un automatismo, che svolgerà la tecnologia della nostra vettura nel momento in cui dovremo, per esempio:
– Pagare il ticket di un parcheggio velocemente
– Rilevare e ordinare al ricambista eventuali parti difettose che la nostra auto ha da sola riscontrato
– O ancora la comunicazione incrociata tra automobili al fine di alleviare il traffico e quindi una gestione automatizzata della strada, resa possibili dalle singole vetture che la impiegano, integrandosi con altre entità stradali ed ambientali presenti nella rete.
Effettiva sostenibilità
Insomma le possibilità ci sono. Immense e tra le più variegate. Ma la sostenibilità per
l’Internet of Cars come qui rappresentatovi richiede ancora del tempo di sviluppo e sperimentazione. E in questo tempo non un semplice processo o accavallamento dev’essere sottovalutato e trascurato. Nessuno vorrebbe guidare, o peggio farsi guidare da automobili o camion che si trasformano in pericolose macchine assassine e questo può avvenire per due ipotesi critiche:
– La vulnerabilità del sistema della vettura e della rete, che le renda facili prede e strumenti per terzi, con fini azzardati
– O il raggiungimento di una struttura-sistema, che sia talmente intelligente da opporsi e disassociarsi dagli automobilisti e dal controllo esterno della rete.
Due condizioni più distopiche che utopiche ma che appaiono sempre in primo piano agli esperti che progettano queste avanguardie, per assicurare un’evoluzione consapevole e responsabile dell’automobile e per la sicurezza della mobilità, nonché delle tipologie di transazioni sopra elencate, pur ricordandoci che chi viene trasportato si troverà in un oggetto
che sempre più sta acquistando un’”anima” controllabile e bypassabile e non puramente meccanica, dunque con un controllo sempre meno diretto da parte dell’automobilista.
Autore: Francesco Carleo