Uno studio dell’UEB e dell’EUIPO evidenzia che, in Italia, le aziende ad alta densità di brevetti (DPI) danno lavoro ad 1 occupato su 3.
Italia: patria di santi, poeti e inventori. Lo dicono i numeri: nel nostro Paese, le aziende che fanno uso intensivo di marchi e brevetti generano il 50% del PIL nazionale e impiegano 1 lavoratore su 3. Questi dati arrivano da uno studio congiunto dell’Ufficio Europeo dei Brevetti (UEB) e dell’Ufficio dell’UE per la Proprietà Intellettuale (EUIPO). Le due agenzie hanno analizzato l’impatto sull’economia comunitaria delle aziende che fanno uso intensivo di brevetti, marchi, disegni, modelli industriali e diritti d’autore. Dalle indagini è emerso che, nel biennio 2014/2016, le aziende in Italia ad alta intensità di diritti di proprietà intellettuale (DPI) hanno dato vita ad un business da 774 miliardi di euro. Si tratta di una cifra molto elevata, pari al 46,9% del Prodotto Interno Lordo nazionale nel periodo considerato. Questo imponente giro d’affari ha effetti positivi sul mercato del lavoro in Italia. Le aziende DPI sostengono 7 milioni di posti di lavoro, in altre parole danno lavoro al 31,5% degli occupati italiani. Per di più, queste aziende garantiscono ai propri dipendenti condizioni contrattuali migliori e salari considerevolmente più alti rispetto alla media delle altre industrie (801€ al mese a fronte di 544€).
Brevetti: le aziende in Italia superano la media europea per i posti di lavoro
In Italia, la creatività delle aziende “paga” soprattutto nel campo del design (abbigliamento, arredamento, accessori, illuminazione e gioielli). In questo comparto, i disegni industriali e i modelli generano 3,79 milioni di posti di lavoro (il 17,2% del totale) e contribuiscono con 279 miliardi di euro al Pil del nostro Paese (16,9%). I traguardi delle aziende italiane sono ancora più significativi se messi a confronto con le performances dei “colleghi” europei. Le aziende DPI tricolori contribuiscono al PIL del Paese con una quota maggiore rispetto alla media europea (46,9% a fronte del 44,8%) e creano la percentuale di posti di lavoro più alta di tutta l’Unione (31,5% a fronte del 29,2%). Questi dati sono un’ulteriore conferma della creatività e dell’enorme potenziale del Made in Italy e aprono a prospettive di crescita futura: UEB e EUIPO ipotizzano che il fatturato delle aziende italiane ad alta intensità di brevetti, marchi e diritti d’autore continuerà a crescere nel prossimo biennio e potrà superare il 50% del Prodotto Interno Lordo del nostro Paese.
In Italia, dunque, la creatività paga davvero.