La vita e il lavoro con 6 albe e 6 tramonti non sono di certo agevolati a bordo della stazione spaziale internazionale, che orbita continuamente attorno al nostro pianeta. Sempre più però, aumentano gli apporti dai diversi settori della tecnologia, in particolare da quell’ampia gamma di
funzionalità offerte dal deep learning e dal machine learning.
La vita e il lavoro con 6 albe e 6 tramonti non sono di certo agevolati a bordo della stazione spaziale internazionale, che orbita continuamente attorno al nostro pianeta. Sempre più però, aumentano gli apporti dai diversi settori della tecnologia, in particolare da quell’ampia gamma di
funzionalità offerte dal deep learning e dal machine learning.
Si tratta del secondo modello di supercalcolatore già lanciato in partnership con la NASA nel 2017 e che superò quel campo di prova, per le sollecitazioni cui veniva sottoposto durante la fase di lancio. Altro non è che un server commerciale, cui già impieghiamo sulla terra e cui il suo funzionamento a gravità zero e in presenza di alti livelli di radiazioni, è stato quindi confermato con successo.
Alimentato dal sistema HPE Edgeline Converged Edge e dal server HPE ProLiant, Spaceborne Computer-2 vedrà la sua installazione sull’ISS questo mese, per rimanervi nei prossimi 2-3 anni, al fine di assimilare ed elaborare dati da una serie di dispositivi, compresi satelliti e telecamere, ed elaborarli in tempo reale, in grado di inviarli in un secondo momento verso la Terra in tempi brevissimi (pochi giorni vs latenza mensile), riuscendo a gestire la notevole quantità di larghezza di banda.
“Gli esploratori spaziali possono ora cambiare il modo in cui conducono la ricerca sulla base di dati prontamente disponibili e migliorare il processo decisionale”, ha detto il Dr. Mark Fernandez, solution architect presso HPE e principale sviluppatore del supercalcolatore Spaceborne Computer-2.
Insieme ai sistemi HPE Edgeline Converged Edge, già abbondantemente testati sul nostro pianeta in quei contesti ambientali particolarmente ostili, quali raffinerie di petrolio, di gas, impianti di produzione o ancora in missioni di difesa, Spaceborne Computer-2 sarà dotato del server HPE ProLiant DL360, un server industry standard ad alte prestazioni.
Insomma, questo sistema di edge computing rappresenterà un’opportunità e un notevole salto di qualità anche per la ricerca e il monitoraggio svolto dagli scienziati di tutto il mondo, che potranno coadiuvare gli astronauti nella definizione di fenomeni atmosferici e spaziali, come:
– lo studio di tecniche e liquidi per la coltivazione di piante nello spazio, al fine di condurre sperimentazioni nell’ambito della scienza alimentare e quindi definire meglio le possibilità di vita nello spazio
– analisi e modellazione dei fulmini sulla Terra e delle tempeste di sabbia sulla Terra per inferire sulla “vita marziana”.
– Analisi avanzata delle immagini mediche per supportare la sanità degli astronauti
Spaceborne Computer-2 vedrà poi, nel 2022, anche la presenza di Samantha Cristoforetti, che a quanto pare sarà impegnata nella missione Artemis I, in cui l’Italia con l’ASI è tra i maggiori firmatari (pensare che l’Agenzia Spaziale Italiana contribuisce per oltre il 40% alla ISS). Il lancio è previsto per Novembre 2021 e verrà svolto, attraverso variegate operazioni
di estrazione, studio e mappatura di dati chimici ora cosmici ora terrestri, in previsione di future basi lunari. Chissà, forse vedremo la nostra Samantha calpestare il suolo della Luna!
Autore: Francesco Carleo